Madre-patria: un'identità problematica

Natalie Imbruglia, Live in Bucarest, Romania novembre 2008, foto di “The silentforce2008” Chi non ricorda la musica travolgente di Natalie Imbruglia? Un nome che è già una storia. Figlia di un siciliano (il padre è di Lipari, un’isola delle Eolie) e di un’australiana, Natalie ha iniziato la sua carriera come attrice, per scoprire poi la sua vera vocazione musicale con una serie di canzoni che rimarranno nella storia della musica pop. La prima di queste è Thorn (tratto dall’album Left Of The Middle del 1996) che guadagna la vetta delle classifiche inglesi.

 

La situazione anagrafica di Natalie è comune a milioni di giovani. In questo percorso vogliamo dare loro la parola. Vogliamo parlare di immigrazione dal punto di vista di chi ha vissuto questa esperienza attraverso i racconti dei genitori italiani. In sociologia si definiscono “italiani di seconda generazione”, cioè i figli di emigrati italiani all’estero. La meta del nostro viaggio, questa volta, è l’Australia; un continente giovanissimo e prospero, ma che non ha ancora risolto i problemi dell’integrazione tra la popolazione originaria (gli aborigeni) e quella dei discendenti dei primi colonizzatori anglosassoni.

 

Approfondimenti

Il cognome di Natalie è siciliano: “imbrugliare” vuol dire “imbrogliare, frodare”. Se vuoi saperne di più su Natalie Imbruglia visita il sito http://www.natalieimbruglia.com/.

L’identità di un aborigeno è problematica, tanto quanto quella di un figlio di un emigrato. Entrambi vivono due culture; entrambi devono integrare il passato con il futuro; la memoria delle loro tradizioni con il progresso e la globalizzazione.

 

Per prima cosa, dunque, ti presentiamo una breve descrizione del fenomeno immigrazione in Australia. In un secondo momento leggerai l’esperienza di Loretta Baldassar, figlia di immigrati italiani e antropologa.