Verbi che richiedono un argomento oggetto diretto "arricchito". Il complemento predicativo dell’oggetto

Sintassi

Alcuni verbi predicativi bivalenti possono richiedere, in base al diverso significato che possono assumere, un argomento oggetto diretto arricchito da un altro elemento. Ad esempio, il verbo nominare nel significato di ‘fare il nome di qualcuno o qualcosa’ richiede il semplice oggetto diretto: L’imputato ha nominato il complice. Ma lo stesso verbo può significare ‘attribuire una carica o un compito a qualcuno’ e in tal caso l’oggetto diretto deve essere accompagnato dall’indicazione di quella carica o di quel compito: Il sindaco ha nominato Luigi assessore. Questo elemento aggiunto, che può essere un nome o un aggettivo, si chiama complemento predicativo dell’oggetto (cioè elemento aggiunto che predica un requisito o una qualità di una persona o cosa). Hanno questa caratteristica i verbi cosiddetti:

 

- appellativi: chiamare, denominare, dire, ecc. (es. Gli amici chiamano Andrea “l’elefante”)

 

- estimativi: stimare, considerare, giudicare, credere, ritenere, prendere per (o come), ecc. (es. Maria mi considera il suo migliore amico, oppure come un fratello; I cronisti hanno ritenuto falsa la notizia)

 

- elettivi: eleggere, nominare, dichiarare, proclamare, scegliere, ecc. (es. Gli studenti hanno eletto Giulia capoclasse )

 

- effettivi: fare, creare, rendere, assumere come, ecc. (es. La ditta ha assunto Laura come cassiera).

 

Quando questi verbi sono volti al passivo l’oggetto della frase attiva diventa soggetto grammaticale, il complemento predicativo dell’oggetto diventa complemento predicativo del soggetto, e il soggetto diventa complemento d’agente:

 

Andrea è chiamato “l’elefante” dagli amici

Laura è stata assunta come cassiera dalla ditta.

 

La rappresentazione grafica di questo tipo di frasi può essere la seguente:

attiva

in forma attiva

 

passiva

in forma passiva