Emigrazione, ferita o ricchezza?

Carmine Abate, foto di Michele Stallo.E per finire ti presentiamo una riflessione sull'emigrazione. Ascolta l’intervista in cui Carmine Abate parla del suo libro Vivere per addizione e di come considera l’emigrazione, ed indica se le frasi sono vere o false.

 

Credits

Intervista di Giuseppe Albi a Carmine Abate

Abate dice di sentirsi un semplice scrittore.

È importante per Abate avere un contatto diretto con la realtà.

Abate ha cominciato a scrivere raccontando le ferite dell’emigrazione.

Abate ha capito fin da subito il potenziale arricchimento personale portato dall’emigrazione.

“Vivere per addizione” significa vivere in più dimensioni, lingue e culture.

Per Abate emigrare non è necessariamente doloroso.

Abate dice di avere le proprie radici nel dialetto calabrese.

Il libro non vuole dare messaggi specifici.

Abate critica il modo di porsi dell’emigrato di un tempo.

Abate invita ad andare oltre al dolore della mancanza e a vivere con più pienezza anche il paese in cui si emigra.

Ritornare al proprio Paese non è necessario per conservare il proprio equilibrio.

Abate ha un rapporto d’amore ed odio con la sua terra.

Abate non torna più molto spesso in Calabria.

Abate non ha un rapporto semplice con il proprio Paese, benché lo ami molto.

Abate vuole sottolineare anche gli aspetti positivi a livello personale dell’emigrazione.