Gian Antonio Stella, "L'Orda". Introduzione - 2

II parte

 

Perfino l'accusa più nuova dopo l'11 settembre, cioè che tra gli immigrati ci sono «un sacco di terroristi», è per noi vecchissima: a seminare il terrore nel mondo, per un paio di decenni, furono i nostri anarchici. […]

E in questa doppia versione dei fatti può essere riassunta tutta la storia dell'emigrazione italiana. Una storia carica di verità e di bugie. In cui non sempre puoi dire chi avesse ragione e chi torto. Eravamo sporchi? Certo, ma furono infami molti ritratti dipinti su di noi. Era vergognoso accusarci di essere tutti mafiosi? Certo, ma non possiamo negare d'avere importato noi negli States la mafia e la camorra. La verità è fatta di più facce. Sfumature. Ambiguità. E se andiamo a ricostruire l'altra metà della nostra storia, si vedrà che l'unica vera e sostanziale differenza tra «noi» allora e gli immigrati in Italia oggi è quasi sempre lo stacco temporale. Noi abbiamo vissuto l'esperienza prima, loro dopo. Punto.
 

Detto questo, per carità: alla larga dal buonismo [Eccessiva bontà, disponibilità verso l'altro, spesso usato con valore ironico], dall'apertura totale delle frontiere, dall'esaltazione scriteriata del melting pot, dal rispetto politicamente corretto ma a volte suicida di tutte le culture. Ma alla larga più ancora dal razzismo. Dal fetore [puzza] insopportabile di xenofobia che monta [cresce], monta, monta in una società che ha rimosso una parte del suo passato. Certo, un paese è di chi lo abita, lo ha costruito, lo ha modellato su misura della sua storia, dei suoi costumi, delle sue convinzioni politiche e religiose. Di più: ogni popolo ha il diritto, in linea di principio ed entro certi limiti, di essere padrone in casa propria. E dunque di decidere, per mantenere l'equilibrio a suo parere corretto, se far entrare nuovi ospiti e quanti. Di più ancora: in nome di questo equilibrio e di valori condivisi (la democrazia, il rispetto della donna, la laicità dello stato, l'uguaglianza di tutti gli uomini...) può arrivare perfino a decidere una politica delle quote [Politica delle quote: si attua quando uno Stato determina numeri precisi per la concessione di permesso di entrata e diritti degli immigrati] che privilegi (laicamente) questa o quella componente. [...]

 

La xenofobia, però, è un'altra cosa. «Ma perché questa parola deve avere un significato negativo?», ha sbuffato [Sbuffare: dire con insofferenza (il verbo significa propriamente soffiare forte per esprimere insofferenza o noia)] testualmente Silvio Berlusconi a Porta a Porta [Porta a Porta: programma televisivo serale condotto da Bruno vespa, presentatore filo-berlusconiano] nel maggio 2002. Gli risponde il vocabolario Treccani: «Xenofobia: sentimento di avversione [antipatia, ostilità] per gli stranieri e per ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti razzistici e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi». Più sbrigativo ancora il significato di xenofobo: «Chi nutre odio o avversione indiscriminata verso tutti gli stranieri».

Nessuna confusione. Una cosa è la legittima scelta di un paese di mantenere la propria dimensione, le proprie regole, i propri equilibri, un'altra giocare sporco sui sentimenti sporchi dicendo come Umberto Bossi che «nei prossimi dieci anni porteranno in Padania 13 o 15 milioni di immigrati, per tenere nella colonia romano-congolese questa maledetta razza padana, razza pura, razza eletta”

[…]

 

Vale per tutti, dall’Australia alla Patagonia. Ma più ancora, dopo decenni di violenze e stereotipi visti dall’altra parte, dovrebbe valere per noi. Che dovremmo ricordare sempre come l’arrivo dei nostri emigranti con i loro fagotti [bagagli poveri, fatti soprattutto di vestiti che gli immigrati portavano con sé] e le donne e i bambini venisse accolto dai razzisti locali: con lo stesso urlo che oggi viene cavalcato [Cavalcare: letteralmente significa 'andare a cavallo', ma con valore figurato 'seguire o sostenere determinate azioni, idee ecc., per lo più allo scopo di trarne qualche vantaggio' (Dizionario Sabatini-Coletti)] dagli xenofobi italiani, per motivi elettorali, contro gli immigrati. Lo stesso urlo, le stesse parole. Quelle che prendono alla pancia rievocando [ricordando, facendo venire in mente] i secoli bui, la grande paura, i barbari, Attila, gli unni con la carne massacrata sotto la sella: arriva l’orda!

 

Indica se le frasi sono vere o false

 

1. Non sono stati gli Italiani a portare la mafia in America

2. La differenza tra gli immigrati di oggi e gli emigrati italiani di ieri è solo cronologica

3. Stella è favorevole all’accettazione incondizionata degli immigrati in Italia oggi

4. La rimozione del proprio passato può portare al razzismo

5. Per Stella accogliere gli altri vuol dire anche rinunciare alle proprie radici

6. Per Stella è giusto essere duri con quelli che si comportano in modo scorretto

7. Berlusconi considera ‘xenofobia’ una parola molto negativa

8. Gli xenofobi odiano in genere tutti gli stranieri

9. Oggi gli xenofobi utilizzano la paura dell’immigrato a fini politici

10. ll testo è fortemente polemico contro i razzisti