La TV in Italia e il suo ruolo nella formazione sociolinguistica degli italiani

Elenchi
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Immagine di copertina

In questo percorso vengono presentate alcune tappe che riguardano la nascita della TV italiana e il suo ruolo nella formazione linguistica del popolo italiano. Vengono inoltre prese in esame alcune importanti figure della TV italiana, tra le quali Alberto Manzi, che ebbe un ruolo di primo piano nella formazione linguistica degli italiani, e Pietro Barilla che influì sulle abitudini e sui costumi del popolo italiano.

Autore: Ivana Fratter
Livello linguistico: B
Indici linguistici: Passato remoto (formazione); posizione degli aggettivi nella frase.

Livello linguistico consigliato (Quadro comune europeo di riferimento):

B+

 

Obiettivi contenutistici:

La diffusione della televisione in Italia e le sue ricadute nella formazione sociolinguistica del popolo italiano.

 

Indici linguistici:

Posizione degli aggettivi

Formazione del passato remoto

 

Testi:

- (audio) “La storia del tubo” di Peppino Ortoleva da Il terzo anello, Radio Rai 3. Puntate 1 e 8.

- (video) “Alberto Manzi: storia di un maestro”, Magazzini Einstein - RAI 

- (testo scritto) P. Ortoleva, “La TV, la lingua di tutti" 

- (testo scritto) Come è cambiata la lingua italiana con la televisione? 

- (video) La storia siamo noi: “Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti”

 

Autore:

Ivana Fratter

 

Tempo stimato:

2 h

 

Presentazione:

In questo percorso ti presentiamo alcune tappe che riguardano la nascita della TV italiana e il suo ruolo nella formazione linguistica del popolo italiano. Conoscerai alcune importanti figure della TV italiana tra le quali Alberto Manzi, che ebbe un ruolo di primo piano nella formazione linguistica degli italiani, e Pietro Barilla che influì sulle abitudini e sui costumi del popolo italiano.

La nascita della TV in Italia

Leggi il testo che parla di alcuni dei momenti più importanti della TV italiana. Scegli la data corretta per ogni avvenimento qui sotto indicato.

 

Il 3 gennaio 1954 iniziarono le prime trasmissioni televisive ufficiali della RAI nei centri di Milano, Torino e Roma. Le trasmissioni non raggiunsero subito tutta Italia ma venivano viste nelle regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana, Liguria, Umbria e Lazio. In seguito la RAI potenziò il segnale e le trasmissioni si videro su gran parte del territorio italiano. Agli inizi la Rai disponeva di un unico canale denominato RAI Uno.

 

I primi programmi duravano quattro ore ed erano dedicati prevalentemente ai ragazzi e all’informazione. È solo nel 1957 che la pubblicità fece ingresso nella TV italiana; in quegli anni vennero infatti trasmessi i primi spot attraverso il Carosello, si trattava di un programma che veniva trasmesso durante la settimana dalle 20.50 alle 21.00 e che aveva un format piuttosto rigido. Si trattava di brevi filmati, che duravano pochi minuti e in cui solo alla fine si poteva nominare il prodotto reclamizzato (esempio 1) (vedi anche La TV e la pubblicità: Il Carosello).

Tra i filmati più famosi, passati alla storia della pubblicità, ricordiamo: il Carosello di Caballero e Carmencita [Caballero e Carmencita, il pistolero messicano e la sua innamorata, sono due personaggi ideati da Armando Testa (1917-1992), noto disegnatore e fumettista per il Carosello del caffé Paulista.] per il caffé Paulista della compagnia Lavazza, e Miralanza società di detersivi con il personaggio di Calimero [Il personaggio Calimero è stato creato nel 1963 dai fratelli Nino (1908-1972) e Toni Pagot (1921-2001), due famosi fumettisti della storia italiana, e la voce di Calimero è di Ignazio Colnaghi: un piccolo pulcino che cade nel fango e si sporca diventando tutto nero, ma grazie al detersivo Ava, obiettivo della pubblicità, ritorna bianco e pulito.

 

Esempio 1 [Per ascoltare clicca qui]:

  • Calimero: “Che maniere! Qui fanno sempre così perché sono grandi e io sono piccolo e nero! È un’ingiustizia però!”
  • Voce femminile “Siamo alle solite Calimero! Tu non sei nero, sei solo sporco!”

[il prodotto reclamizzato viene nominato solo alla fine dello spot]

  • Calimero “Ah, L’Ava come lava. Con perborato stabilizzato”

 

Il Carosello ha rappresentato per anni un appuntamento per tutte le famiglie italiane. Ai bambini in particolare piaceva molto ed era loro permesso di guardare i 10 minuti delle trasmissioni di Carosello prima di andare a letto, infatti si usava spesso l’espressione “A letto dopo Carosello” per indicare che i bambini dovevano andare a letto entro le 21.00.

Nel 1961 iniziarono le prime trasmissioni del secondo canale, oggi chiamato RAI 2, e vennero introdotti programmi di intrattenimento, tra i più famosi quelli condotti da Mike Buongiorno [Michael Nicholas Salvatore Buongiorno, detto Mike Buongiorno (New York 1924-Montecarlo 2009) è stato, insieme a Pippo Baudo, Raimondo Vianello, Corrado ed Enzo Tortora, tra i principali conduttori della TV italiana. Molto famoso per i suoi quiz televisivi quali “Lascia o raddoppia” e “La ruota della fortuna”.]. Tutte le trasmissioni erano in bianco e nero fino al 1977, anno in cui si ha l’avvento del colore.

Il debutto del terzo canale, oggi denominato RAI 3 - un canale caratterizzato da servizi di approfondimento e con degli spazi dedicati alle autonomie locali - si ebbe nell’anno 1979.

 

Prima trasmissione televisiva in Italia.

  • 1954
  • 1962
  • 1951

Iniziano a essere trasmesse le pubblicità.

  • 1977
  • 1957
  • 1961

Nascita di RAI 2.

  • 1961
  • 1954
  • 1962

Nascita di RAI 3.

  • 1962
  • 1977
  • 1979

Uso del colore nelle trasmissioni.

  • 1977
  • 1972
  • 1957

 

La TV italiana e la sua funzione morale ed educativa - 1

240Hz LED TV - Foto di LGEPR (CC BY 2.0)Quali erano i programmi televisivi della Tv italiana alla vigilia della sua nascita? Quali erano gli orientamenti? Quali i contenuti?

 

Negli anni immediatamente successivi all’inizio delle trasmissioni radiotelevisive la classe politica italiana e la Chiesa si occuparono anche dei contenuti delle trasmissioni televisive.

 

Nell’audio che segue tratto dal programma Terzo anello di Radio Rai 3 ascolterai alcune parti della trasmissione “La storia del tubo” di Peppino Ortoleva che a partire dal 13 gennaio 2003, per 40 puntate, racconta la storia parlata della TV italiana.

Nella prima trasmissione dal titolo “3 gennaio 1954. Tutto cominciò da allora?” ascoltiamo una breve sequenza in cui vengono spiegati gli orientamenti della TV tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

 

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 13/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

 

Secondo il regolamento di autodisciplina dei programmi televisivi la Tv è al servizio delle famiglie e del loro intrattenimento.

Secondo il regolamento di autodisciplina dei programmi televisivi obiettivo della TV era quello di istigare al vizio.

Secondo il regolamento di autodisciplina dei programmi televisivi nei programmi non si dovevano presentare positivamente fatti delittuosi.

Nel testo che hai ascoltato ci sono le seguenti parole ed espressioni. Per ognuna di esse abbina il significato corrispondente. Attenzione ci sono delle espressioni in più.

Famiglie - parenti - adatti regolamenti - adeguati provvedimenti - mettere a disposizione - portare a disposizione.

  • Porre a disposizione: parola
  • Nuclei famigliari: parola
  • Opportuni accorgimenti: parola

 

La TV italiana e la sua funzione morale ed educativa - 2

In questa seconda parte ascolterai Peppino Ortoleva che spiega quali erano gli orientamenti della Chiesa e delle forze politiche nei riguardi della televisione.

 

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 13/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

 

Il regolamento di disciplina serviva a preservare la morale del Paese.

In quegli anni in Italia si guardava esclusivamente alle potenzialità pedagogiche della TV.

In Inghilterra la politica della BBC era orientata in particolare all’intrattenimento.

In Italia si prestava attenzione e cura al modello di lingua parlata nella TV.

In Italia la televisione era un servizio pubblico e per questo sotto controllo.

Con l’enciclica, Pio XII sottolineava l’influenza dei mezzi audiovisivi sulla trasmissione di valori culturali ed educativi nella società.

Gli aggettivi e la loro posizione nella frase

Osserva queste frasi:

 

1. Con l’enciclica, Pio XII sottolineava l’influenza dei mezzi audiovisivi sulla trasmissione di valori culturali ed educativi nella società.

 

2. In Italia si prestava grande attenzione al modello di lingua parlata nelle trasmissioni televisive.

 

Le parole evidenziate nelle frasi appartengono tutte alla classe degli aggettivi. Gli aggettivi sono parole variabili per genere (maschile, femminile) e numero (singolare, plurale) e prendono il genere e il numero del nome a cui si riferiscono, come per esempio “una televisione (femminile, singolare) pedagogica (femminile, singolare)”.

 

Gli aggettivi vengono distinti in qualificativi (indicano qualità di vario tipo) e determinativi (che comprendono numerali, dimostrativi, indefiniti, interrogativi, esclamativi, possessivi).

 

Gli aggettivi qualificativi possono trovarsi prima o dopo il nome a cui si riferiscono in base alla funzione che assolvono: se si trovano prima del nome hanno una funzione descrittiva (esempio 2), mentre se si trovano dopo il nome hanno una funzione restrittiva (esempio 1) cioè si restringe la referenza del nome (nell’esempio 1 si fa riferimento non a tutti i valori ma solo quelli culturali ed educativi).

 

Gli aggettivi determinativi occorrono prevalentemente prima del nome.

 

Vedi anche: Tre precisazioni sintattiche

Esercizi

Leggi la trascrizione di parte dei testi cha hai ascoltato precedentemente, clicca sulle parole che rappresentano un aggettivo qualificativo.

Negli ultimi mesi del 1953 al Consiglio di amministrazione della RAI, monsignor Galletto, che era il cappellano dell’azienda - il rappresentante della Chiesa in seno all’azienda - aveva fatto approvare quel regolamento di autodisciplina di cui abbiamo letto un brano, che la Chiesa aveva predisposto appositamente per evitare che questo nuovo mezzo, la televisione, con la sua potenza arrecasse eccessivi danni alla morale del Paese.

 

La preoccupazione per la televisione e insieme la speranza per le sue potenzialità, in particolare pedagogiche, erano in quegli anni al centro dell’interesse di molte forze politiche oltre che religiose. Anche in Inghilterra la preoccupazione di insegnare, prima che di intrattenere, era al centro della politica della BBC. Ed era al centro della politica della BBC l’attenzione a non arrecare danno al paese sul piano etico e sul piano culturale, così come in l’Italia, le preoccupazioni morali e culturali - compresa la preoccupazione per il rispetto delle regole della lingua parlata - sarebbero state a lungo al centro dell’attenzione della classe politica, altrettanto che i problemi strettamente politici. Sostanzialmente il servizio pubblico televisivo, com’era la RAI, significava anche una TV sotto uno stretto controllo.

 

Tratto da “Storia del tubo” di Peppino Ortoleva

Ecco la soluzione all'esercizio precedente: suddividi ora tutti gli aggettivi che hai trovato in base alla posizione in cui si trovano rispetto al nome: aggettivi prima del nome e aggettivi dopo il nome.

Negli ultimi mesi del 1953 al Consiglio di amministrazione della RAI, monsignor Galletto, che era il cappellano dell’azienda - il rappresentante della Chiesa in seno all’azienda - aveva fatto approvare quel regolamento di autodisciplina di cui abbiamo letto un brano, che la Chiesa aveva predisposto appositamente per evitare che questo nuovo mezzo, la televisione, con la sua potenza arrecasse eccessivi danni alla morale del Paese.

 

La preoccupazione per la televisione e insieme la speranza per le sue potenzialità, in particolare pedagogiche, erano in quegli anni al centro dell’interesse di molte forze politiche oltre che religiose. Anche in Inghilterra la preoccupazione di insegnare, prima che di intrattenere, era al centro della politica della BBC. Ed era al centro della politica della BBC l’attenzione a non arrecare danno al paese sul piano etico e sul piano culturale, così come in l’Italia, le preoccupazioni morali e culturali - compresa la preoccupazione per il rispetto delle regole della lingua parlata - sarebbero state a lungo al centro dell’attenzione della classe politica, altrettanto che i problemi strettamente politici. Sostanzialmente il servizio pubblico televisivo, com’era la RAI, significava anche una TV sotto uno stretto controllo.

 

Aggettivi che precedono il nomeAggettivi che seguono il nome
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola
parolaparola

Esercizi

Completa le frasi accordando gli aggettivi tra parentesi e scegliendo la posizione prima o dopo il nome. Per controllare le soluzioni dell’esercizio puoi ascoltare nuovamente l’audio.

 

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 13/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 13/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

 

  • Premesso che la TV italiana si propone di porre a disposizione dei (famigliare) parola nuclei parola una (sano) parola ricreazione parola.
  • In ogni caso i programmi saranno informati al rispetto dei (etico, sociale) parola parola valori parola e parola con tutti i più (opportuno) parola accorgimenti parola.
  • Monsignor Galletto aveva fatto approvare quel regolamento di autodisciplina, che la Chiesa aveva predisposto appositamente per evitare che (questo, nuovo) parola parola mezzo parola parola, la TV, con la (suo) parola potenza parola arrecasse (eccessivo) parola danni parola alla morale del Paese.
  • La preoccupazione per la TV e insieme la speranza per le (suo, pedagogico) parola parola potenzialità parola parola erano in (quello) parola anniparola al centro dell’interesse di (molto, politico, religioso) parola parola parola forze parola parola oltre che parola.

Palinsesto o programmazione

“La messa in sequenza dei programmi televisivi viene chiamata in tutto il mondo programmazione mentre in Italia si usa la parola palinsesto”.

 

Nell’audio che segue tratto dal programma Terzo anello di Radio Rai 3 ascolterai una parte della “Storia del tubo” di Peppino Ortoleva dal titolo “Palinsesto. Il tempo degli italiani e il dibattito politico sulla TV” in cui viene spiegata la curiosa origine del termine palinsesto.

 

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 22/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

 

Il termine “programmazione” è un sinonimo di “palinsesto”.

La parola “palinsesto” si è diffusa anche nel resto del mondo.

“Palinsesto” è una parola di origine latina usata nel medioevo.

Letteralmente “palinsesto” vuol dire “scritto due volte”.

Durante l’antichità c’era l’abitudine di cancellare le scritte sulle pergamene e di riscriverci sopra.

Negli anni Quaranta si usavano dei fogli in cui veniva scritta la programmazione per tutta la settimana.

Esiste anche il termine “palinsestare”.

Esercizi

Indica quale significato assumono le seguenti parole o espressioni contenute nella trasmissione.

 

 

Credits

Titolo: Storia del Tubo

Programma: Il terzo anello

Emittente: RAI Radio 3

Data: 22/01/2003

Per gentile concessione di Rai Teche

Mandare in onda:

  • mandare in orbita
  • trasmettere
  • mandare in tilt

Apparati per trasmettere:

  • strumentazioni
  • istituzioni
  • organizzazioni

Ricevono il segnale:

  • sentono bene l’audio
  • possono telefonare
  • riescono a vedere la TV

Deriva dal gergo:

  • è tipico di una lingua straniera
  • appartiene a un insieme di nomi di derivazione straniera
  • proviene da un linguaggio di gruppo ristretto di persone

Spirito arguto:

  • anima acuta
  • persona spiritosa
  • persona vivace

Imparare l'italiano attraverso la TV

La televisione italiana ha svolto un grosso ruolo nell’alfabetizzazione degli adulti grazie anche all’importante e innovativa figura di Alberto Manzi, pedagogista, che negli anni Sessanta per primo in Italia tenne corsi per insegnare a leggere e a scrivere in italiano.

 

Ti presentiamo dei brevi video in cui, attraverso alcune interviste, viene narrata la storia del maestro Manzi e della famosa trasmissione da lui condotta, intitolata “Non è mai troppo tardi”. Si trattava di un corso di istruzione popolare per adulti analfabeti che ebbe un enorme successo in quegli anni.

 

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi1.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Tra gli obiettivi dell’insegnamento di Manzi c’era la lotta all’analfabetismo

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi2.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Manzi si è dedicato esclusivamente all’insegnamento degli adulti

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi3.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

La trasmissione veniva diffusa quando i lavoratori tornavano a casa dal lavoro

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi4.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Le persone che desideravano conseguire il diploma di scuola elementare si riunivano nei punti di ascolto ufficiali e seguivano le lezioni di Manzi alla TV

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi5.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Escobar apprezza molto la TV di oggi

 

Imparare l’italiano attraverso la TV - 2

Ascolta ancora una volta le interviste e completa la scheda con le informazioni mancanti.

[video:file=video/esercizi/perc_tv/manzi_tot.flv]

Titolo: Alberto Manzi: storia di un maestro

Programma: Magazzini Einstein

Emittente: Rai Uno

Data: 08/11/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Nome della trasmissione

Non è mai troppo tardi: corso di istruzione popolare per adulti analfabeti

Anno di trasmissione

parola-parola

Orario

estivo parola

invernale parola

Obiettivo

Conseguimento del parola

Corso composto da

  • parola del Maestro Manzi
  • parola distribuiti da ERI
  • parola istituiti dal Ministero della Pubblica Istruzione con parola

Biografia di Alberto Manzi

Alberto ManziScheda biografica di Alberto Manzi (1924-1977)

 

Nacque a Roma nel 1924 dove visse a lungo.

Dopo la seconda guerra mondiale a cui partecipò come sommergibilista [Chi fa parte dell’equipaggio di un sommergibile], Manzi già nel 1946 iniziò la sua esperienza di insegnante presso il carcere “Gabelli” di Roma, per passare poi all’insegnamento nella scuola elementare. Manzi insegnò fino al 1977 e in quegli anni si occupò di ricerca pedagogica, pubblicò diversi materiali didattici per la scuola. Il maestro fu però anche scrittore, infatti pubblicò moltissimi libri di narrativa per ragazzi, tra i titoli più famosi citiamo “Orzowei” pubblicato nel 1955 e da cui derivarono una serie di telefilm.

 

Di grande importanza fu il ruolo di maestro “televisivo” che Manzi ebbe dal 1960 al 1968. In quegli anni Manzi diresse la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, trasmissione per l’alfabetizzazione di adulti analfabeti. Il programma veniva trasmesso di sera.

 

In Italia in quegli anni il numero di analfabeti era altissimo e, proprio grazie alle lezioni a distanza di Manzi, moltissime persone riuscirono a prendere il diploma di licenza elementare.

 

Manzi si occupò anche dell’insegnamento dell’italiano a stranieri, infatti nel 1992 ideò e diresse la trasmissione “Impariamo insieme. L'italiano per gli extracomunitari” prodotta per la RAI 3.

 

Morì nel 1997 a Pitigliano in provincia di Grosseto dove fu anche sindaco della città dal 1995 al 1997.

Grande ruolo ebbero in Manzi i viaggi (dal 1954 al 1977) che fece in America latina che avevano per obiettivo la scolarizzazione degli adulti.

 

Crediti per la fotografia:

Titolo trasmissione: Non è mai troppo tardi

Soggetto: Alberto Manzi alla lavagna

Data e luogo: 15-11-1960, Roma

Fondo: Fototeca Ufficio Stampa (Roma)

Copyright: Rai

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Sitografia consigliata:

http://www.centroalbertomanzi.it/leggeremanziaipiccoli.asp

http://muntari.cinefile.biz/quanto-ci-manca-orzowei

 

Leggi il testo e indica se le frasi sono vere o false.

 

Manzi si occupò della formazione professionale degli adulti

Manzi non fu solo insegnante ma anche scrittore e regista

“Non è mai troppo tardi” era un programma televisivo per l’insegnamento dell’italiano a stranieri

La trasmissione “Non è mai troppo tardi” permise a molti italiani di conseguire il diploma di licenza media

Passato remoto

Osservate la frase:

 

1. Manzi condusse la trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”.

 

Condusse è il passato remoto del verbo condurre. Il passato remoto viene usato per esprimere eventi conclusi nel passato e che sono sentiti distanti, sul piano temporale o sul piano psicologico, dal soggetto che parla.

 

Per approfondimenti vedi Riflessione sulla lingua: il passato remoto - 2. L'uso

 

Modo: indicativo

Tempo: passato remoto

 

Coniugazione: am-are

 

Coniugazione: tem-ere

 

Coniugazione: sent-ire

 

amai

temei (temetti)

sentii

amasti

temesti

sentisti

amò

temé (temette)

sentì

amammo

tememmo

sentimmo

amaste

temeste

sentiste

amarono

temettero

sentirono

 

Il passato remoto ha molte forme irregolari, tra le quali:

 

InfinitoPassato remoto
accadereaccadde
accorgersimi accorsi
aprireaprii (apersi)
berebevvi
chiederechiesi
chiuderechiusi
conoscereconobbi
correrecorsi
darediedi (detti)
diredissi
esprimereespressi
iscrivereiscrissi
leggerelessi
metteremisi
piacerepiacqui
prenderepresi
rimanererimasi
rispondererisposi
scriverescrissi
teneretenni
vederevidi
venirevenni
viverevissi

 

Attenzione: Le forme irregolari dei paradigmi verbali sono disponibili nei dizionari, perciò quando si è incerti basta consultarli.

Esercizi

Completa il testo al passato remoto con i verbi tra parentesi.

 

Manzi parola (nascere) a Roma nel 1924 dove visse a lungo.

 

Dopo la seconda guerra mondiale a cui parola (partecipare) come sommergibilista, Manzi già nel 1946 parola (iniziare) la sua esperienza di insegnante presso il carcere “Gabelli” di Roma, per passare poi all’insegnamento nella scuola elementare.

Manzi parola (insegnare) fino al 1977 e in questi anni parola (occuparsi) di ricerca pedagogica, parola (pubblicare) diversi materiali didattici per la scuola. Manzì però parola (essere) anche scrittore, infatti parola (pubblicare) moltissimi libri di narrativa per ragazzi, tra i titoli più famosi citiamo “Orzowei” pubblicato nel 1955 e da cui parola (derivare) una serie di telefilm.

 

Di grande importanza parola (essere) il ruolo di maestro “televisivo” che Manzi parola (avere) dal 1960 al 1968. In quegli anni Manzi parola (dirigere) la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, trasmissione per l’alfabetizzazione di adulti analfabeti. Il programma veniva trasmesso di sera.

 

In Italia in quegli anni il numero di analfabeti era altissimo e, proprio grazie alle lezioni a distanza di Manzi, moltissime persone parola (riuscire) a prendere il diploma di licenza elementare.

 

Manzi parola (occuparsi) anche dell’insegnamento dell’italiano a stranieri, infatti nel 1992 parola (ideare) e parola (dirigere) la trasmissione “Impariamo insieme. L'italiano per gli extracomunitari” prodotta per la RAI 3.

 

parola (morire) nel 1977 a Pitigliano in provincia di Grosseto dove parola (essere) anche sindaco della città dal 1995 al 1997.

 

Grande ruolo parola (avere) in Manzi i viaggi (dal 1954 al 1977) che egli parola (fare) in America latina che avevano per obiettivo la scolarizzazione degli adulti.

La lingua della televisione

Leggi il testo di Peppino Ortoleva sulla funzione della TV e prova a rispondere alle seguenti domande.

 

1. La TV italiana aveva davvero un ruolo prevalentemente pedagogico?

2. Secondo De Mauro solo la TV aveva un ruolo educativo?

3. Quale è stata la funzione della TV secondo Ortoleva?

 

Le caratteristiche dell'italiano televisivo

Leggi il seguente articolo di Calcini in cui presenta il lavoro di una ricerca sull’italiano televisivo condotta da cinque università italiane. Poi rispondi alle domande.

 

Come è cambiata la lingua italiana con la televisione?

“L’italiano in tivù? A dispetto delle apparenze si scopre che non è poi così male. Ad affermarlo una ricerca condotta per due anni da 40 ricercatori di 5 università italiane, che hanno selezionato, trascritto e analizzato con metodo scientifico decine di ore di programmi, per tracciare le evoluzioni della lingua italiana in 30 anni di tv. […]

 

«È la prima volta che l’evoluzione dell’italiano in tv viene analizzata con criteri scientifici» spiega la professoressa Ilaria Bonomi, coordinatrice della ricerca finanziata dal Ministero e responsabile del dipartimento di Filologia Moderna della Statale di Milano. Si sono individuati diversi generi televisivi analizzati rispettivamente dall’Università di Catania (soap opera e fiction), della Tuscia (linguaggio scientifico e politico), di Milano (notiziari), Genova (intrattenimento) e Firenze con la funzione di coordinare e preparare un corpus definito LIT (Lessico italiano televisivo).

 

Alla fine, che lingua italiana ne è risultata? «Per esempio, per l’informazione il catastrofismo non è giustificato – spiega la Bonomi –. Quello dei notiziari è un parlato serio semplice. Comunque in 30 anni di tv c’è stata un’evoluzione verso la spettacolarizzazione, il cercare l’attenzione del pubblico, la sua complicità. Si dà più spazio al parlato dei cittadini, c’è più oralità e spontaneità». E così generi come la fiction tv hanno sempre più adottato un italiano colloquiale, mentre i programmi per ragazzi mantengono un discorso costruito. I programmi contenitore hanno virato verso una conversazione spettacolarizzata, al pari del linguaggio della politica che negli ultimi 15 anni è diventato meno specializzato e più ‘generalista’, col rischio di diventare «contenutisticamente vacuo ma economicamente interessante». Promossi i programmi di divulgazione scientifica a patto però che «dalla dimensione di spettacolo non si passi a quella del fantastico». «Fino al ’76 la tv ha svolto un ruolo guida nella lingua, poi si è sempre più avvicinata allo standard della lingua parlata. Uno standard medio che possiamo definire buono».

 

Brano tratto dall'articolo "Sorpresa: l'italiano tv promosso da 5 atenei" di Angela Calvini, Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, Giugno 2009

(Fonte)

 

Scegli la risposta giusta.

 

Quale era l’obiettivo della ricerca?

  • trascrivere con metodo scientifico dei programmi televisivi.
  • fornire un quadro dell’evoluzione dell’italiano nell’arco di 30 anni.
  • testare un programma per l’interrogazione di corpora di testi parlati.

Che cos’è il LIT (Lessico dell’Italiano Televisivo)?

  • è un corpus formato dalla trascrizione di diversi generi televisivi.
  • è una lista di parole più frequenti nelle trasmissioni televisive.
  • è un dizionario del parlato televisivo.

Come è cambiata la lingua della TV negli ultimi trent’anni?

  • la lingua è più vicina al codice scritto.
  • la lingua è più spontanea e vicina alla lingua parlata.
  • la lingua non ha subito trasformazioni significative.

Esercizi

Tra le caratteristiche della varietà dell’italiano televisivo, sono stati individuati i seguenti elementi: aferesi, l’apocope, attenuativi, elativi.

 

L’aferesi consiste nella caduta di una vocale o di una sillaba all'inizio di parola come per esempio:

sto al posto di questo,

nsomma, al posto di insomma.

Esempio tratto da Affari tuoi (Rai Uno, 26/05/2006):

dai ! dai ! [xxx] con sto blu qui / un gabbiano / non può non andare nel mare //

 

L’apocope consiste nel troncamento, nella caduta di un fono o di una sillaba in finale di parola come per esempio:

han fatto, son venuto

Esempio tratto da TG1 (Rai Uno, 18/07/2006):

ho intrapreso questa / questa carriera di allenatore / e mi son reso che è una carriera che /

 

Con attenuativi si intendono parole come per esempio attimino, secondino, momentino con suffissi in -ino.

Esempio: allora ci dica // probabilmente la cerimonia nuziale dovrà essere fatta ehm più spartana ridimensionata un attimino /

 

Si tratta di suffissi come -issimo utilizzati per aumentare al massimo grado un aggettivo un avverbio, come per esempio morbidissimo, tristissimo ecc.

 

L’aferesi nel LIT

Collegati al corpus LIT ed esegui la seguente ricerca: cerca le seguenti apocopi ‘sto, ‘sta, ‘ste. indicando come chiave di ricerca dapprima i programmi di intrattenimento e successivamente i programmi di informazione. Poi confronta i dati ottenuti.

 

L’apocope nel LIT

Collegati al corpus LIT e cerca esempi di apocope. Per ogni forma di apocope trovata leggi le informazioni contenute nei metadati e segna l’indicazione esatta dei minuti in cui compare l’elemento linguistico cercato; poi clicca a sinistra sul nome della trasmissione e potrai vedere e ascoltare il video al punto preciso in cui viene pronunciata l’apocope. Si tratta di un monologo? Di un dialogo? È il parlato del giornalista? ecc.

 

Le forme attenuative nel LIT

Collegati al corpus LIT e cerca le forme attenuative: momentino, attimino, secondino, indicando come chiave di ricerca dapprima i programmi di intrattenimento e successivamente i programmi di informazione. Confronta i dati ottenuti.

Spiegane poi il significato nel contesto in cui compaiono.

 

Gli elativi nel LIT

Collegati al corpus LIT ed esegui la seguente ricerca: cerca le parole composte con il suffisso -issimo. Per la ricerca metti davanti un asterisco *.

Osserva se hai trovato in maggior numero aggettivi o avverbi.

 

La TV e la pubblicità: i cambiamenti sociali

La Tv non solo favorì l’unione linguistica e l’alfabetizzazione ma incise notevolmente sugli usi e costumi della società italiana anche grazie al ruolo che svolse la pubblicità.

Nei video che seguono viene presentata la storia e la fortuna della pasta attraverso le scelte commerciali di Pietro Barilla e la pubblicità che ne venne fatta.

 

Seguono ora alcune brevi sequenze video dal titolo “Pietro Barilla. La pubblicità dei buoni sentimenti” tratte dal programma televisivo La storia siamo noi prodotto dalla Rai Educational e condotto da Giovanni Minoli. 

 

 

[video:file=video/esercizi/perc_tv/Barilla1.flv]

Titolo: Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti

Programma: La storia siamo noi

Emittente: Rai Tre

Data: 19/04/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Pietro Barilla era dell’idea che alla pasta andasse dato prestigio e fama

[video:file=video/esercizi/perc_tv/Barilla2.flv]

Titolo: Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti

Programma: La storia siamo noi

Emittente: Rai Tre

Data: 19/04/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

La pasta era un cibo soprattutto per le famiglie benestanti

 

La TV e la pubblicità: la storia di Pietro Barilla

Pietro Barilla fu un grande imprenditore che ebbe anche un importante ruolo nella trasformazione delle abitudini sociali degli italiani.

 

Ti presentiamo ora due brevi sequenze video dal titolo “La storia di Pietro Barilla” tratte dal programma televisivo La storia siamo noi. Nella prima sequenza viene presentata la figura di Pietro Barilla e nel secondo sentirai una testimonianza dello stesso Barilla.

 

[video:file=video/esercizi/perc_tv/Barilla3.flv]

Titolo: Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti

Programma: La storia siamo noi

Emittente: Rai Tre

Data: 19/04/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

1. Pietro Barilla era

2. Parma era

[video:file=video/esercizi/perc_tv/Barilla4.flv]

Titolo: Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti

Programma: La storia siamo noi

Emittente: Rai Tre

Data: 19/04/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

1. Pietro Barilla racconta che

2. Pietro Barilla

La TV e la pubblicità: il Carosello

Che cos’era il Carosello? Nella breve sequenza video dal titolo Arriva il Carosello tratte dal programma televisivo La storia siamo noi il pubblicitario Emanuele Pirella spiega in breve che cos’era il Carosello.

 

Guarda il seguente video del programma e indica se le frasi sono vere o false.

 

[video:file=video/esercizi/perc_tv/Barilla5.flv]

Titolo: Pietro Barilla: la pubblicità dei buoni sentimenti

Programma: La storia siamo noi

Emittente: Rai Tre

Data: 19/04/2007

Per gentile concessione di Rai Teche.

 

Il Carosello è paragonato a una fiaba che alla fine ha una morale.

Il Carosello ha avuto molte imitazioni all’estero.

Il Carosello è stato visto da generazioni di italiani.

 

La TV e la pubblicità: il Carosello - la posizione degli aggettivi 2

Come abbiamo visto, in italiano gli aggettivi si possono trovare in posizione prenominale (prima del nome) o postnominale (dopo il nome). Ci sono alcuni aggettivi che hanno una posizione abbastanza fissa, come gli aggettivi determinativi che si trovano prima del nome, come nell’esempio:

 

 

Gli aggettivi di relazione (appartengono agli aggettivi qualificativi) si trovano solo dopo il nome, come nell’esempio:

 

 

 

La TV in Italia e il suo ruolo nella formazione sociolinguistica degli italiani - esercizi

Completa i testi con la posizione corretta degli aggettivi. Per controllare le soluzioni puoi vedere nuovamente i video alle pagine precedenti (1 - 2 - 3).

 

  • Il Carosello era una fiaba per grandi e piccini alla fine del quale c’era il (pubblicitario) parola messaggio parola.
  • “La Barilla è tutta la mia vita, il sangue che scorre nelle (mio) parola vene parola si chiama Barilla”.
  • Così Pietro Barilla, diventa l’avanguardia nella difesa della (nostro, alimentare) parola parola tradizione parola parola.
  • Ma chi è Pietro Barilla? La (suo) parola storia parola comincia ben prima della (suo) parola nascita parola, ha inizio un secolo fa a Parma, città di acqua e di mulini, circondata da valli e da frumento.
  • Un luogo che la natura e l’uomo sembrano aver creato apposta per eccellere nell’(bianco) parola arte parola, insomma nella produzione del pane e della pasta.
  • È da (questo, umile) parola parola bottega parola parola che nasceranno passo dopo passo le più (importante, alimentare) parola parola industrie parola parola del mondo.
  • Pietro il figlio del figlio, mezzo secolo dopo prenderà in mano l’azienda di famiglia per dare vita ad un’(ordinario, imprenditoriale) parola parola avventura parola parola.