Livello linguistico (Quadro comune europeo di riferimento):
B+
Area tematica:
Città d’arte: Roma
Obiettivi contenutistici:
Presentazione di Roma e della sua storia
Obiettivi linguistici:
Completive soggettive
Testi:
“Italia che vai”;
“Occhio al monumento”;
“Italia che vai”.
Links:
Scheda linguistica sull’italiano regionale del Lazio;
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/
http://www.capitolium.org/italiano.htm
http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/colosseo
http://www.museodellemuraroma.it/
Tempo necessario:
1h30’ circa.
Autore:
Valentina Gallo
Presentazione:
In questo percorso ti presentiamo alcuni aspetti della città di Roma. Scoprirai dapprima le sue mitiche origini. Proseguirai poi nella Roma del Cinquecento, osservando i grandiosi obelischi che in quel periodo furono innalzati nelle piazze cittadine. Infine potrai apprezzare un elemento tipico della Roma barocca, le sue sfarzose e originali fontane.
“La città eterna”: questa è l’espressione con cui, spesso, si indica Roma, la capitale dello Stato italiano. L’espressione allude all’antichità della città, che fu fondata, secondo quanto narra la leggenda, nel 753 a.C. Da allora in poi, Roma è stata dapprima il centro dell’Impero romano; poi è divenuta la capitale della cristianità, in quanto sede del papa e centro dello Stato Pontificio. Solo nel 1870 essa fu conquistata dallo Stato italiano che ne fece la sua capitale.
Oggi essa è, di fatto, la capitale di due stati: il Vaticano e la Repubblica Italiana.
La sua ricchezza artistica ne fa un vero e proprio museo a cielo aperto, tanto che dal 1980 l’UNESCO l’ha dichiarata “patrimonio dell’Umanità”.
Essa conserva tracce della sua antichissima storia:
1. Le rovine e i resti degli edifici romani, sparsi nel centro storico e nelle immediate vicinanze
2. La struttura urbanistica della città medievale, nei quartieri intorno a Piazza Navona
3. L’armonia dell’arte del Rinascimento
4. Lo splendore del Barocco nelle sue chiese e nelle sue piazze
5. La monumentalità dell’architettura di “Roma capitale” (fine Ottocento), nei quartieri Prati e Nomentano
6. Il liberty del quartiere Coppedè (così chiamato dal nome dell’architetto che lo progettò)
7. L’architettura razionalista del Ventennio fascista all’Eur
Pronto per la gita turistica? Si parte.
Cominciamo dall’inizio. Dalla fondazione della città. Nel prossimo video Elisa Isoardi ed il prof. Andrea Carandini narrano la nascita di questa città, secondo la leggenda di Romolo e Remo, due gemelli figli di Rea Silvia, discendente di Enea. Rea Silvia era una sacerdotessa che aveva fatto voto di castità. Marte, però, riuscì a possederla. Dalla loro unione nacquero due gemelli, Romolo e Remo. I due neonati furono messi in una cesta e abbandonati sul fiume Aniene. Sulle sponde dell’Aniene sarebbero stati trovati e allattati da una lupa, che è ancora oggi il simbolo di Roma.
Elisa Isoardi e il prof. Carandini si trovano sull’antico Colle Remorio, oggi detto “Aventino Piccolo” o Monte Murco. Il video che vedrai fra poco racconta della leggenda di Romolo e Remo, da cui ebbe origine la città di Roma. Dietro la leggenda si intravede lo scontro di due poteri: quello del re, rappresentato da Romolo, quello dei “baroni” che controllavano piccoli territori.
[video:file=video/esercizi/13_roma/romolo_remo.flv]
Titolo: La leggenda di Romolo e Remo
Programma: Italia che vai
Emittente: Rai Uno
Data: 17/03/2007
Per gentile concessione di Rai Teche.
Il professor Carandini afferma che Roma viene fondata a partire da:
Dove era il tempio sacro a Giove Laziale?
Chi riceve gli auspici migliori per la fondazione della città di Roma?
Ricevuti gli auspici, Romolo traccia il perimetro delle mura cittadine intorno:
Nell’antica Roma, qual era la pena per chi violava un luogo “santo”?
La leggenda della fondazione di Roma narra che Romolo e Remo, prima di scegliere il luogo dove costruire le mura cittadine, si rivolsero verso il Monte Albano, dove c’era il tempio di Giove Laziale, e dal volo degli uccelli “ricevettero gli auspici”. La parola “auspicio” ha diversi significati a seconda del contesto storico in cui viene usata. Tra quelli indicati dal Disc, scegli il più appropriato a questo contesto:
Andrea Carandini afferma che «Remo osserva la fondazione». Il verbo “osservare” ha diversi significati, scegli quello adatto al contesto:
Che cosa voleva dire, in latino, sanctus?
Che cos’è un sacrilegio?
Nel video che hai appena ascoltato, Andrea Carandini usa le seguenti espressioni:
1. "Bisogna trovare un punto alto".
2. "Bisogna sopprimere il gemello".
Le due frasi sono composte da un verbo centrale, bisogna, sempre alla terza persona singolare, il cui soggetto è rappresentato da una proposizione. Le proposizioni che svolgono la funzione di soggetto fanno parte del nucleo della frase [vedi anche Frasi completive soggettive], lo completano con un argomento obbligatorio e pertanto sono dette “completive”. Proposizioni completive sono anche le “oggettive” che svolgono la funzione di complemento oggetto [vedi anche Frasi completive oggettive dirette e Frasi completive oggettive indirette], vedi il percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia.
Osserva, adesso, il seguente elenco di frasi soggettive: nella colonna di sinistra il soggetto è nominale, in quella di destra è invece rappresentato da una completiva soggettiva (vedi il percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia).
Soggetto nominale | Proposizione soggettiva |
Mi basta la visita del Palatino. | Mi basta visitare il Palatino. |
La vista di Roma in questa stagione è molto bella. | Vedere Roma in questa stagione è molto bello. |
Ti è piaciuta la passeggiata tra le rovine di Roma? | Ti è piaciuto passeggiare tra le rovine di Roma? |
La conoscenza della storia aiuta a capire il presente. | Conoscere la storia aiuta a capire il presente. |
Mi costa molto la rinuncia alla gita sull'Aventino. | Mi costa molto rinunciare alla gita sull'Aventino. |
Secondo l'antica legge romana, era giusto il sacrificio di Remo agli dei. | Secondo l'antica legge romana, era giusto sacrificare Remo agli dei. |
Il Colosseo [Il Colosseo, l’antico teatro di Roma dove si svolgevano gli spettacoli dei gladiatori è l’edificio più noto di Roma. Se vuoi saperne di più clicca qui]
Nel passaggio dalla colonna di sinistra a quella di destra i nomi sono stati sostituiti dai rispettivi verbi:
1. visita -> visitare
2. vista -> vedere
3. passeggiata -> passeggiare
4. conoscenza -> conoscere
5. rinuncia -> rinunciare
6. sacrificio -> sacrificare
Le proposizioni soggettive possono essere in forma esplicita o implicita (per la distinzione, vai al percorso In bicicletta lungo le strade d’Italia). Osserva i seguenti esempi:
1. Basta salire sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.
2. Mi basta salire sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.
3. Basta che si salga sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.
4. Basta che tu salga sul colle Palatino per godere di una magnifica vista su Roma.
Nelle frasi che hai appena letto, le proposizioni soggettive sono sempre rette da un verbo alla terza persona singolare, ma si presentano in forma implicita (1 e 2) o in forma esplicita introdotte da che e con il verbo al congiuntivo (per il modo congiuntivo vai al percorso La canzone italiana dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta). (3 e 4).
La forma esplicita e quella implicita sono possibili se il soggetto della soggettiva coincide con un argomento del verbo centrale (cioè quello della proposizione reggente). Di solito, inoltre, se il soggetto del verbo centrale coincide con quello della soggettiva, si usa solo la forma implicita:
Esplicita | Implicita |
- | Mi ha fatto piacere percorrere con te l'antica Via Appia. |
Al contrario se il soggetto non coincide è possibile solo la forma esplicita:
Esplicita | Implicita |
Mi ha fatto piacere che Marco abbia percorso l'antica Via Appia. | - |
Se, invece, voglio dare risalto al soggetto della proposizione centrale, allora posso utilizzare anche la forma esplicita:
1a. Mi basta che io sia felice (= mi basta che sia felice soltanto io).
1b. Mi basta essere felice.
2a. Sono contento che io sia riuscito a vedere Roma (= sono contento che anch’io sia riuscito a vedere Roma).
2b. Sono contento di essere riuscito a vedere Roma.
Completa le seguenti frasi; attenzione, però, non sempre è possibile. Alcune delle seguenti soggettive, infatti, non ammettono o la forma esplicita o quella implicita.
Proposizione soggettiva esplicita | Proposizione soggettiva implicita |
Sono felice che tu venga. | Sono felice blah. |
Sei felice blah? | Sei felice di venire? |
Bisogna che io vada a Roma. | Bisogna blah Roma. |
Mi pare blah stanco. | Mi pare di essere stanco. |
E' giusto che tu paghi il biglietto della metro. | E' giusto blah il biglietto della metro. |
Mi costa molto blah alla gita sui colli Albani. | Mi costa molto rinunciare alla gita sui colli Albani. |
Mi costa molto che tu rinunci alla gita sull'Appia antica. | Mi costa molto blah alla gita sull'Appia antica. |
Le antiche mura aureliane [Castel Sant’Angelo è inserito nel tracciato delle mura cittadine. Le mura furono costruite dall’imperatore Aureliano nel III secolo. Da allora hanno conosciuto molte modifiche. Oggi sono in parte integrate nel tessuto cittadino, in parte visitabili. Vi si accede dalla porta di San Sebastiano, sulla via Appia Antica: per saperne di più clicca qui]
Passeggiando per le vie e le piazze del centro di Roma, capita spesso di vedere degli insoliti monumenti: gli obelischi. Il nome “obelisco” deriva dal greco obelos, “spiedo” (cioè lunga asta appuntita). L’obelisco è un monumento di origine egiziana, alto e stretto, la cui punta è a forma piramidale. La sua forma doveva simboleggiare un raggio del Dio Sole, a cui era, appunto, dedicato. Esso veniva scolpito in un unico blocco di pietra, inciso con geroglifici (i segni dell’alfabeto egiziano) ed eretto davanti all’ingresso dei tempi.
Gli obelischi romani furono importati dopo la conquista dell’Egitto (avvenuta nel 31 a.C.). Essi furono impiegati per ornare i monumenti e i luoghi pubblici più importanti.
Molti secoli più tardi, alla fine del Cinquecento, la cultura e l’arte egiziana tornarono ad affascinare gli uomini di cultura e gli artisti romani. Sisto V, papa dal 1585 al 1590, infatti, diede alla città di Roma una nuova veste architettonica: non soltanto finanziò molte opere cittadine, ma volle anche costruire una grande strada, via Sistina. Sul suo tracciato originario, che collegava piazza San Giovanni in Laterano con Trinità dei Monti, Sisto V fece inserire diversi obelischi, tutt’oggi visibili.
Nel prossimo video scoprirai alcuni di questi monumenti e ne conoscerai la storia.
Gli obelischi di Roma sono tredici. Non tutti sono egiziani. Alcuni furono fatti costruire in epoca romana. Uno di questi veniva dall’Etiopia: esso è stato restituito al paese d’origine nel 2005.
Nel prossimo video scoprirai:
1. L’obelisco Vaticano, in piazza San Pietro;
2. L’obelisco Lateranense, in piazza S. Giovanni in Laterano;
3. L’obelisco di Dogali, in via delle Terme di Diocleziano;
4. L’obelisco Sallustiano, in piazza Trinità dei Monti;
5. L’obelisco del Pantheon, in piazza della Rotonda;
6. L’obelisco della Minerva, in piazza della Minerva.
Buona visione.
[video:file=video/esercizi/13_roma/obelischi.flv]
Titolo: Gli obelischi di Roma
Programma: Occhio al monumento - Roma
Emittente: Rai Tre
Data: 19/11/2003
Per gentile concessione di Rai Teche.
Rispondi alle seguenti domande.
Si è a lungo creduto che l’obelisco Vaticano, oggi in piazza San Pietro, fosse stato importato da Gerusalemme a Roma da:
In verità esso fu importato dall’Egitto da:
La statua di Marc’Aurelio a cavallo era in origine in piazza San Giovanni in Laterano. Sisto V la fece spostare, e fece mettere al suo posto l’obelisco Laterano. Il più alto di Roma. Da chi fu importato?
Perché la piazza davanti alla stazione ferroviaria di Roma si chiama “Dei Cinquecento”?
Chi costruì la scalinata di Trinità dei Monti, a piazza di Spagna?
Chi era Pietro Baialardo?
Cosa fece Bernini per vendicarsi del frate domenicano che lo aveva costretto a modificare il progetto per l’obelisco della Minerva?
Pietro Baialardo è una figura fiabesca, legata al folklore abruzzese, campano e romano e all’occulto. Nel video che hai appena visto si accenna ad una leggenda legata al suo nome: alla fine della sua vita, Baialardo giunse a Roma per convertirsi al Cristianesimo; uscito dalla chiesa incontrò un diavolo che gli chiese un compenso; Baialardo gli diede un pugno di noci e si rifugiò nuovamente in chiesa; secondo la leggenda il diavolo, per la rabbia, sprofondò, scavando il fossato che circonda la Chiesa del Pantheon a Roma. Nel video che hai appena visto, si dice che Baialardo era un negromante. Cosa vuol dire questa parola?
Per indicare il tentativo di conquistare la colonia Eritrea da parte dell’esercito italiano lo speaker usa il termine “maldestro”. “Maldestro” è una parola composta formata da “male + destro”. La parola “destro” ha diversi significati. Scegli, tra i seguenti, quello che ti sembra più appropriato al contesto.
Mamma Utte è il nome storpiato con cui in romanesco si indica:
Il frate domenicano che si oppose al monumento progettato da Bernini usa un’espressione latina per definire l’elefante che doveva sorreggere l’obelisco, inter vacuo: cosa vuol dire?
Osserva, adesso, le seguenti frasi che riprendono alcune delle informazioni del video che hai appena visto.
Che + cong. | Il fatto che + cong. |
Che ci siano tanti obelischi a Roma mi sorprende. | Il fatto che ci siano tanti obelischi a Roma mi sorprende. |
Che l’obelisco di San Pietro sia stato importato per volere di Virgilio sembra oggi improbabile. | Il fatto che l’obelisco di San Pietro sia stato importato per volere di Virgilio sembra oggi improbabile. |
Che si dedicasse una piazza ai caduti di Dogali rientrava nelle strategie celebrative del Fascismo. | Il fatto che si dedicasse una piazza ai caduti di Dogali rientrava nelle strategie celebrative del Fascismo. |
Ti sarai accorto che le frasi della prima colonna iniziano tutte con una proposizione soggettiva al congiuntivo introdotta da che. Come dimostrano le frasi della seconda colonna, quel che è in realtà la riduzione di «il fatto che».
La prima forma è la più usata, soprattutto nel linguaggio colloquiale. Nell’italiano più controllato, invece, e soprattutto nello scritto, è facile trovare la soggettiva introdotta da «il fatto che».
Oltre agli obelischi, c’è un altro elemento architettonico che caratterizza le piazze romane: le fontane. A Roma esistono circa duemila fontane monumentali. Un numero altissimo, che testimonia la ricchezza idrica del sito urbano.
Le fontane esistevano già in età romana: di una di queste sono ancora visibili i resti nei pressi del Colosseo. È la fontana triangolare, a terra, detta del “Ludus magnus”.
Durante il Medioevo le fontane venivano, invece, costruite soprattutto a parete, con una o più “bocche” dalle quali usciva l’acqua. Fu durante il Cinquecento e il Seicento, però, che le fontane divennero un elemento ricorrente nella “scenografia” cittadina.
Nel prossimo video, la conduttrice televisiva, Tessa Gelisio, te ne mostrerà quattro. Sono quattro tra le fontane barocche più spettacolari della città. Osserva e ascolta con attenzione.
[video:file=video/esercizi/13_roma/fontane.flv]
Titolo: Le fontane barocche
Programma: Italia che vai
Emittente: Rai Uno
Data: 12/04/2003
Per gentile concessione di Rai Teche.
La prima fontana che ti è stata presentata è la:
Chi realizzò la Fontana del Tritone?
Che cosa si faceva, fino all’Ottocento, in piazza Navona?
Una delle tante leggende romane racconta che chi visita piazza Navona e gira intorno alla fontana dei Quattro fiumi in senso antiorario…
In memoria di quale evento fu costruita la fontana di Piazza di Spagna, la “Barcaccia”?
L’ultima fontana che hai visto è “Fontana di Trevi”. Nel video è inserito uno spezzone di uno dei film italiani più famosi. L’hai riconosciuto?
Tipica fontana romana ottocentesca, detta “Nasona” per via del lungo rubinetto che ricorda la forma di un naso
La prima fontana che hai visto nel documentario è la “Fontana del Tritone”. Ti sei chiesto perché si chiami così?
Nel video che hai appena visto, Tessa Gelisio usa la parola “sortilegio”. Indovina cosa significa:
Il Tevere è il terzo fiume d’Italia per lunghezza. Esso nasce in Romagna, sull’Appennino, e attraversa altre due regioni prima di arrivare nel Lazio: la Toscana e l’Umbria. Il territorio attraversato dal fiume Tevere si dice:
Che cos’è il travertino?
La fontana delle Rane, a piazza Mincio, disegnata da Gino Coppedè [Gino Coppedè fu uno dei maggiori architetti liberty italiani. Nei primi decenni del Novecento realizzò l’area urbana nel quartiere Trieste, nota come “Quartiere Coppedè”. La fontana, in stile neo-barocco, è un omaggio a quella delle Tartarughe di piazza Mattei.]
Tessa Gelisio riferisce un’antica credenza, relativa alla fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona: «si dice sia legata a un sortilegio: chiunque la visiti in senso anti orario perderà inesorabilmente, entro sei giorni, l’amato o l’amata». Gelisio riferisce non un dato storico, non una verità, bensì una “leggenda”, una “credenza popolare”. La conduttrice, pertanto, usa la costruzione impersonale si dice per indicare l’incertezza di quanto è espresso dalla soggettiva, e cioè che la fontana «sia legata a un sortilegio».
A seconda del contesto, dunque, bisogna distinguere i casi in cui si dice ha semplice valore impersonale da quelli in cui ha valore dubitativo (vedi il percorso Una cucina multietnica: il caso siciliano).
Come per le completive oggettive, il rapporto tra la proposizione centrale e la completiva soggettiva può essere di anteriorità, contemporaneità o posteriorità. Per sapere che modi e tempi usare vai al percorso In bicicletta sulle strade d’Italia.