Le onomatopee

Morfologia

Le onomatopèe, come già sappiamo, sono espressioni che imitano i suoni e rumori che ci circondano. Alcune sono già adattate in forma di nomi o verbi, e sono perciò da definire piuttosto voci onomatopèiche (cinguettìo, ticchettìo, brontolare, mormora­re, sibilo e sibilare, ululo e ululare, cigolìo, e simili). Altre sono ancora nella forma di pura imitazione del suono o rumore come viene colto dall’orecchio, e sono queste le vere e proprie onomatopèe: paff o pàffete, crack, patatràc, bum o boom, bang, chic­chirichì, sgniff, zip, ecc., a ognuna delle quali corrisponde un significato abbastanza definito (paff o pàffete = schiaffo o qualcosa che sbatte; crack = rottura di un asse di legno o simili; bla bla  =  il parlare a vuoto; ecc.).

 

Esistono alcune onomatopèe un po’ particolari, che esprimono concetti ben preci­si ed equivalgono a delle frasi: uffa! ‘sono proprio stufo’ (imita un gran sospiro); puff ‘questa faccenda non mi va’; puah! ‘che schifo!’; gulp! ‘che sorpresa!’ (imita il suono che si fa deglutendo a vuoto).

Gli effetti onomatopèici sono spesso ricercati nella poesia (si pensi ad alcuni componimenti di Giovanni Pascoli). Le onomatopèe vere e proprie sono ben presenti nei fumetti.