Articolo determinativo

Morfologia

1. Forme

 

Le forme dell’articolo determinativo sono:

 

 

Singolare

Plurale

maschile

il, lo, (l’)

i, gli

femminile

la (l’)

le

 

Le diverse forme del maschile si usano in rapporto al suono iniziale della parola seguente:

 

- il, i davanti a consonante semplice e a gruppi di consonante esclusi i casi indi­cati successivamente (in cui si usa lo) : il cane / i cani; il vetro / i vetri; il crostino / i crostini; il flauto / i flauti, ecc.;

 

- lo, gli davanti a z, s seguita da consonante e ai suoni sc (palatale), gn, x e in genere anche davanti a ps e pn: lo zaino / gli zaini; lo zucchero, lo specchio, lo stretto, lo scemo, lo gnocco (lo psicologo, lo pneumatico10). Al singolare, davanti a vocale, lo si elide in l’; al plurale gli si può elidere soltanto davanti a i (gl’ingegneri, ma si preferi­sce la forma intera): l’asino / gli asini; l’uomo / gli uomini. Il plurale di il dio è gli dei (da una antica forma gli iddei).

La forma del singolare femminile la si elide davanti a qualsiasi vocale: l’acqua, l’erba, l’idea, l’ostrica, l’uva. La forma plurale non si elide quasi mai: le acque, le erbe, le idee, le ostriche, le uve.

 

L’articolo determinativo si fonde con le preposizioni a, di, da, in, su, formando le preposizioni articolate:

 

a + il, lo, la, i, gli, le                                    =     al, allo, alla, ai, agli, alle

di + il, lo, la, i, gli, le                                   =  del, dello, della, dei, degli, delle

in (che diventa n)  +  il, lo, la, i, gli, le      =  nel, nello, nella, nei, negli, nelle

                                                                         e così per le serie di dal, sul.

Si usano piuttosto spesso, parlando e anche scrivendo, col e coi invece di con il e con i. Le forme collo, colla, cogli, colle sono rare e soltanto tipiche del parlato.

 

2. Funzioni

 

L’articolo determinativo ha sostanzialmente la funzione di indicare cose (persone, animali, oggetti, eventi, idee, ecc.) determinate, ossia già conosciute da chi parla o scrive e da chi ascolta o legge. Tale conoscenza può derivare dal fatto che si tratta di:

- cose singole o tipiche necessariamente note a tutti (il sole, la luna, la primave­ra, la pioggia, la neve, il sonno, la vita, la morte, ecc.);

- un intero insieme di cose, che appunto nel loro insieme, come «classi», sono già conosciute da tutti: dicendo l’uomo, la donna, il cavallo, il treno, noi possiamo riferir­ci a tutti gli individui che compongono l’insieme (o «classe») di uomini, di donne, di cavalli, di treni, ecc.;

- cose singole nominate precedentemente, nello stesso testo o in un altro testo, alle quali perciò possiamo fare riferimento come «già note»;

- cose che vengono specificate nella stessa frase, con un complemento di speci­ficazione (l’orologio di Andrea) o con una dipendente relativa (l’orologio che mi hanno regalato) o in altro modo.