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Nei primi quindici anni del XX secolo i nuovi arrivati proseguono a recarsi [Proseguono a recarsi: continuano ad andare] nello stato di San Paolo e anche più a sud, così come era accaduto tra il 1885 e il 1897. Inoltre il loro numero è spesso annualmente pari alla metà di tutti gli arrivi d’immigrati. In un certo senso questo flusso è conseguenza diretta di quello che aveva preceduto la crisi di fine secolo. I nuovi arrivati sono infatti attirati dal successo dei loro diretti predecessori, forse non eccezionale, ma comunque contraddistinto [Contraddistinto: caratterizzato] dalla proprietà della terra e dall’italianizzazione del circondario [Circondario: il territorio che stava intorno].
Vi sono tuttavia alcuni significativi cambiamenti: la concentrazione italiana si rafforza ulteriormente soprattutto nello stato e nella città di San Paolo, dove la presenza italiana è pari al 50% della popolazione. Il numero degli italiani nel Rio Grande do Sul è assai meno significativo, mentre è ancora minore quello negli stati di Paraná e di Santa Catarina. Una discreta presenza italiana, circa 25.000 alla fine dell’Ottocento, si riscontra infine a Rio de Janeiro. Gli immigrati in quest’ultima città sono soprattutto meridionali, d’altra parte, come già accennato, da inizio secolo alla grande guerra i flussi sono eminentemente d’origine calabrese e campana. Sono invece ancora settentrionali e in particolare veneti coloro che s’insediano [S'insediano: si stabiliscono, vanno ad abitare] a San Paolo, Minas Gerais ed Espirito Santo.
(Tratto da Matteo Sanfilippo, Il primo quarto del Novecento, in A.S.E.I. (Archivio storico emigrazione italiana))
Nel primo quarto del 1900
Gli italiani arrivati alla fine del 1800 in genere
Gli italiani del nord e del sud