"Rime nuove" e "Odi Barbare"

Letteratura e teatro

Sottratta Roma al dominio Papale, con la costituzione del nuovo stato nazionale, Carducci abbandona le idee rivoluzionarie e abbraccia posizioni di adesione alla situazione politica presente. Anche le sua poesie, dove si intrecciano descrizioni di paesaggi, spunti autobiografici e argomenti storici, acquistano un tono più ampio e pacato. Temi ricorrenti sia in Rime nuove che in Odi barbare sono lo scorrere del tempo, già cantato da Orazio, il poeta latino preferito da Carducci – e il passato, quello personale, autobiografico (Pianto antico, Davanti a San Guido, Traversando la maremma toscana, Alla stazione in una mattina d’autunno e quello storico, della Nazione (Comune rustico, Dinanzi alle terme di Caracalla). Nelle Odi barbare Carducci sperimenta inoltre la possibilità di riprodurre lo schema classico delle odi utilizzando la metrica accentuativa delle lingue romanze[1]. Il risultato è una poesia che – afferma l’autore – suonerebbe “barbara” alle orecchie degli antichi: da qui il nome della raccolta. Le Odi sono innovative dal punto di vista formale: Odio l’usata poesia, afferma Carducci in Preludio, il componimento con cui si apre l’edizione del 1893. Delle Odi barbare fanno parte i famosi versi che il poeta dedica alla mite e bella Margherita, regina d’Italia, in occasione della visita compiuta a Bologna dalla famiglia reale.



[1] La poesia greca e latina utilizza la metrica quantitativa, cioè basata sull’alternanza di sillabe brevi e lunghe; quella romanza, la metrica accentuativa, cioè basata sull’accentazione delle parole.

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