"La luna e i falò"

Letteratura e teatro

La luna e i falò è l'ultimo romanzo di Pavese, pubblicato nel 1950 e vincitore del Premio Strega. Il protagonista è un emigrante che dopo la Liberazione è tornato dall’America al suo paese, nella valle del Belbo; di lui si conosce solo il soprannome: Anguilla. Anguilla, che narra in prima persona, è cambiato molto grazie all’esperienza di vita in America: da povero trovatello abbandonato sulla soglia del Duomo di Alba è diventato un uomo ricco, maturo e consapevole. Il paese invece è rimasto uguale, con il suo modo di pensare primitivo, legato ad antiche superstizioni. Nonostante questo, afferma lo stesso Anguilla, avere radici è importante, “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. I pensieri dell’emigrante, che si spostano continuamente dal presente al passato, costituiscono il legame fra i diversi episodi che hanno per protagonisti gli abitanti del paese: Cinto, un ragazzino fragile ed emarginato e il padre di lui, Valino, che si uccide dopo aver dato fuoco alla casa; Nuto, l’amico di sempre; Sor Matteo, il fattore, e le sue tre figlie, Irene, Silvia e Santa, segnate da destini diversi ma ugualmente tragici. Il romanzo si chiude con Nuto che racconta la terribile morte di Santa, la più piccola e la più bella delle sorelle.


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