Troncamento

    Fonologia

    Si chiama invece «troncamento» (o anche «apòcope» la caduta di una vocale atona finale, o di una sillaba atona finale di una parola, non per effetto della presenza di una vocale successiva, ma per un fenomeno di spontaneo snellimento della giuntu­ra con la parola successiva. Tale snellimento si verifica però soltanto se la vocale che cade è una e o una o (raramente una i), se è preceduta da l, r, n (e talvolta m), e purché il suono iniziale della parola seguente non sia s + consonante (detta s impura), z, gn, x, ps.

     

    Anche il troncamento, come l’elisione, riguarda soprattutto gli articoli e le prepo­sizioni articolate, gli aggettivi indefiniti, l’aggettivo dimostrativo quello e, inoltre, tale, quale: il cane, del pane, un bicchiere, un amico, alcun dovere, nessun paese, quel ragazzo, un tal personaggio, nel qual caso. Si verifica normalmente anche negli aggettivi buono, bello, grande, santo (spesso preposti ai nomi), in alcuni dei quali si tronca l’intera silla­ba finale: buon amico, buon gelato, bel paesaggio, gran festa, san Giovanni (ma santAn­tonio). Si ha anche con frate e suora (fra Cristoforo, suor Gilda, suor Angela). Altrettan­to frequente è con i «titoli»: signor Martini, dottor Contini, professor Bianchi, ecc.

    Presentano ancora il troncamento, quando si trovano in locuzioni tipiche e piut­tosto cristallizzate, le parole male, amore, colore, fiore, fino, fine, bene; ad es.: mal di testa, mal di mare, mal visto, amor proprio, color di rosa, fior di quattrini, fin qui, fin di vita, ben fatto. È frequente con varie voci verbali: con gli infiniti (voler bene, far bene, dir male, saper fare, ecc.) e con alcune forme del presente di essere e avere (son pronto, han detto)Nella frase di esempio citata all’inizio c’è il troncamento di sono in son, ma solo nella pronun­cia più veloce.

     

    L’uso del troncamento è molto più esteso nella lingua letteraria e specialmente in poesia (ma la poesia moderna evita il più possibile questi tratti).

    Casi particolari di troncamento sono: po’ per poco; to per togli (talvolta toh, come beh invece di be’, che deriva da bene); e da’, di’, fa’, sta’, va’, forme di 2a persona singolare dell’imperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare. Tutte queste forme troncate si possono avere davanti a qualsiasi consonante iniziale e anche in fine di frase: un po strano; aspetta un po’; fa stendere i panni; sta zitto. La parola piede viene troncata in piè (e non in pie’) nelle locuzioni a piè fermo, a piè di pagina, ecc.

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