Tre poesie alla mia balia

     

    Da: Il piccolo Berto
     
     
    In queste poesie Saba rievoca la figura della balia, Peppa Sabaz, la sua dolcezza, il grande affetto che li legava e lo straziante dolore per la loro separazione:
     
     
    Mia figlia
    mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo;
    ed io alla sua carezza m' addormento.
     
    Divento
    legno in mare caduto che sull’onda
    galleggia. E dove alla vicina sponda
    anelo, il flutto mi porta lontano.
    Oh, come sento che lottare è vano!
    Oh, come in petto per dolcezza il cuore
    vien meno!
     
    Al seno
    approdo di colei che Berto ancora
    mi chiama, al primo, all’amoroso seno,
    ai verdi paradisi dell’infanzia
     
     
     
     
    Insonne
    mi levo all’alba. Che farà la mia
    vecchia nutrice? Posso forse ancora
    là ritrovarla, nel suo negozietto?
    Come vive, se vive? E a lei m'affretto,
    pure una volta, con il cuore ansante.
     
    Eccola : è viva; in piedi dopo tante
    vicende e tante stagioni. Un sorriso
    illumina, a vedermi, il volto ancora
    bello per me, misterioso. È l'ora
    a lei d'aprire. Ad aiutarla accorso
    scalzo fanciullo, del nativo colle tutto
    improntato, la persona china
    leggera, ed alza la saracinesca.
     
    Nella rosata in cielo e in terra fresca
    mattina io ben la ritrovavo. E sono
    a lei d'allora. Quel fanciullo io sono
    che a lei spontaneo soccorreva; immagine
    di me, d' uno di me perduto...
     
     
     
    ...Un grido
    s'alza il bimbo sulle scale. E piange
    anche la donna che va via. Si frange
    per sempre un cuore in quel momento.
    Adesso
    sono passati quarant'anni.
     
    Il bimbo
    è un uomo adesso, quasi un vecchio, esperto
    di molti beni e molti mali. È Umberto
    Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca,
    a conversare colla sua nutrice;
    che anch'ella fu di lasciarlo infelice,
    non volontaria lo lasciava. Il mondo
    fu a lui sospetto d'allora, fu sempre
    (o tale almeno gli parve) nemico.
     
    Appeso al muro è un orologio antico
    così che manda un suono quasi morto.
    Lo regolava nel tempo felice
    il dolce balio; è un caro a lui conforto
    regolarlo in suo luogo. Anche gli piace
    a sera accendere il lume, restare
    da lei gli piace, fin ch'ella gli dice:
    "È tardi. Torna da tua moglie, Berto".
     
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