"Storia d’Italia": il Proemio

    Letteratura e teatro

    Nel Proemio alla Storia d’Italia, Guicciardini descrive le felici condizioni dell’Italia nel 1490 con un unico lunghissimo e articolato periodo in cui le proposizioni subordinate anticipano le principali. Lo scrittore, utilizzando una complessa articolazione mutuata dalla retorica classica[1], crea uno stato di attesa che preannuncia la catastrofe imminente, causata dalla morte prematura di Lorenzo il Magnifico:

     

    Perché, ridotta tutta in somma pace e tranquillità, coltivata non meno ne' luoghi piú montuosi e piú sterili che nelle pianure e regioni sue piú fertili, né sottoposta a altro imperio che de' suoi medesimi, non solo era abbondantissima d'abitatori, di mercatanzie e di ricchezze; ma illustrata sommamente dalla magnificenza di molti príncipi, dallo splendore di molte nobilissime e bellissime città, dalla sedia e maestà della religione, fioriva d'uomini prestantissimi nella amministrazione delle cose publiche, e di ingegni molto nobili in tutte le dottrine e in qualunque arte preclara e industriosa; né priva secondo l'uso di quella età di gloria militare e ornatissima di tante doti, meritamente appresso a tutte le nazioni nome e fama chiarissima riteneva.

     

    Vediamo più da vicino l’articolazione del periodo:

     

    1. La proposizione principale e le due coordinate (a) e (b) illustrano le felici condizioni dell’Italia:

    L’Italia

    non solo era abbondantissima d'abitatori, di mercatanzie e di ricchezze…(a) ma fioriva d'uomini prestantissimi nella amministrazione delle cose publiche, e di ingegni molto nobili in tutte le dottrine e in qualunque arte preclara e industriosa… (b) meritamente appresso a tutte le nazioni nome e fama chiarissima riteneva.

     

    2. La proposizione principale è preceduta da 3 participi concordati tramite il soggetto sottinteso (l’Italia):

    ridotta tutta in somma pace e tranquillità, coltivata non meno ne' luoghi piú montuosi e piú sterili che nelle pianure e regioni sue piú fertili, né sottoposta a altro imperio che de' suoi medesimi.

     

    3. La coordinata (a) è preceduta da un participio seguito da 3 specificazioni:

    ma illustrata sommamente dalla magnificenza di molti príncipi, dallo splendore di molte nobilissime e bellissime città, dalla sedia e maestà della religione;

    la coordinata (b), per dare ritmo alla frase introducendo una variazione, è preceduta da una frase composta da 2 parti:

    né priva secondo l'uso di quella età di gloria militare e ornatissima di tante doti.



    [1] Delio Cantimori afferma che in tutti gli scritti di Guicciardini che trattano questioni generali è presente un continuo controllo stilistico; il modello è Cicerone, l’eloquenza ciceroniana, fatta di controllo e  di rigore. Delio Cantimori, Francesco Guicciardini, in Emilio Cecchi e Natalino Sapegno, Storia della Letteratura Italiana, IV, Milano, Garzanti, 1965.

     

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