"Le ricordanze"

    A Recanati è notte. Il poeta guarda le stelle dalle finestre della casa paterna dove ha vissuto da ragazzo e dove, col giungere dell'età adulta, ha visto svanire ogni felicità (delle gioie mie vidi la fine). Il suono dell'orologio della torre (il suon dell'ora), portato dal vento, fa affiorare nella sua mente i ricordi (le ricordanze) e in particolare quello di Nerina, una ragazza teneramente amata in gioventù e mai dimenticata (In cor mi regna / l'antico amor). Nerina non c'è più – passasti, ripete numerose volte il poeta – e con lei sono passate le speranze, le meravigliose, ingannevoli illusioni della giovinezza (ameni inganni / della mia prima età). Nella mente del poeta le immagini struggenti (vaghe) della giovinezza si accompagnano all'amarezza per la felicità perduta e danno alla bellezza del ricordo un sapore amaro (ricordanza acerba).

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