Poliziottesco

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    Tomas Milian in "Squadra volante" (1974) di Stelvio Massi

    Il "poliziottesco", come la critica definì spregiativamente il poliziesco all'italiana degli anni settanta, rappresentò con crudezza la violenza dilagante nell'Italia degli anni di piombo, traendo spunto anche dai fatti di cronaca, ma seguendo gli stilemi del film d'azione. Pur ispirandosi al poliziesco e al noir americano, se ne differenziava per la maggiore brutalità, spesso esibita fin dal titolo ("Roma violenta", 1975; "Milano violenta", 1976; "Napoli violenta", 1976). Anticipato da "Banditi a Milano" (1968, con Gian Maria Volonté e Tomas Milian) di Carlo Lizzani, il "poliziottesco" si afferma con i film di Fernando Di Leo ("Milano Calibro 9", tratto da Scerbanenco, 1972), Stefano Vanzina ("La polizia ringrazia", con Enrico Maria Salerno, 1973), Enzo G. Castallari ("La polizia incrimina, la legge assolve", con Franco Nero, 1973) e "Umberto Lenzi ("Roma a mano armata", 1976). Dal genere, che vede negli attori Tomas Milian, Franco Nero e Maurizio Merli i propri interpreti-simbolo, prende vita anche un filone comico, definito trash (spazzatura), ricordato soprattutto per le interpretazioni dello stesso Milian nei panni di "Er monnezza". Il "poliziottesco" è stato rivalutato, dopo il 2000, anche per impulso del regista Quentin Tarantino che lo ha più volte citato come fonte d'ispirazione per i propri film.

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