Piemonte: tratti linguistici
Tratti fonetici comuni a tutta l'area settentrionale:
- Tendenza a pronunciare la e tonica sempre chiusa: témpo, vénto, accénto.
- Sonorizzazione (passaggio dalla pronuncia sorda a quella sonora) generalizzata di s intervocalica e di z iniziale, per cui cosa (con s sorda) passa a cosa (con s sonora) e zucchero (con z sorda iniziale) passa a zucchero (con z sonora). Pronuncia debole delle consonanti lunghe o rafforzate: bel, ombrel.
Tratto fonetico esclusivamente piemontese:
- Tendenza a pronunciare il cosiddetto “dittongo incipiente”, per cui e ed o toniche vengono pronunciate con suoni molto vicini a ie e uo: erba diventa quasi ierba e ponte viene pronunciato quasi puonte.
Tratti morfosintattici:
- Uso di perifrasi progressive del tipo essere dietro a/che, essere qui/là che al posto di stare + gerundio.
- Prevalenza del passato prossimo rispetto al passato remoto.
- Frequente aggiunta di pronomi e particelle pronominali: a me mi (tratto ormai presente nel parlato di tutta Italia), ma anche in costrutti del tipo questa ragazza vorrebbe essere lei al tuo posto.
- Aggiunta di che dopo congiunzioni temporali: quando che ci penso, mi dispiace; chiama quando che arrivi.
- In costrutti con verbi di moto seguiti da infinito eliminazione della preposizione a: vengo vedere, vai mangiare.
- Aggiunta di più dopo gli avverbi solo e soltanto: ho solo più una caramella, gli restano solo più trenta giorni, mancano soltanto più i festeggiati.
Lessico:
Come avviene anche per gli altri italiani regionali le parole e le espressioni proprie dell'italiano regionale piemontese sono spesso geosinonimi (parole che hanno sinonimi in aree geografiche diverse): bigatti (bachi da seta), tagliare la scuola o far sega (marinare la scuola), tapparella (avvolgibile), sanato (vitello da latte), salvietta (asciugamano), verduriere (fruttivendolo).
Dall'ambito gastronomico: gianduiotto, toma (tipo di formaggio).
