"Non chiederci la parola"

    Letteratura e teatro

    Scritta nel 1923, la poesia Non chiederci la parola apre la sezione Ossi di seppia che dà il titolo all'intera raccolta. È una dichiarazione di impossibilità: il poeta non ha parole o formule magiche che possano fornire una risposta all'insicurezza degli uomini (animo nostro informe). Solo le persone inconsapevoli del male oscuro che ci circonda (l'ombra) possono vivere serene; per tutti gli altri l'unica certezza è la negazione di ogni punto fermo, sottolineata dai due non evidenziati graficamente e posti al centro dei versi spezzati (emistichi). Alcuni critici hanno letto nella poesia anche un rifiuto del linguaggio roboante e dei falsi valori propri del fascismo che in quel periodo stava prendendo il potere.

     

    La forma metrica sembra riproporre l'impossibilità di trovare equilibrio e sicurezza:

    • le strofe hanno struttura classica (incrociata: ABBA, alternata: ABAB) ma la variazione fra rime incrociate e rime alternate presente nell'ultima strofa non rientra nello schema consueto;
    • nella seconda strofa compare una rima ipermetra (amico/canicola) cioè con una sillaba finale in più (la di canicola);
    • i versi hanno misure varie: i due finali di ogni strofa sono tutti endecasillabi (composti da 11 sillabe) tranne il settimo (e l'ombra sua non cura che la canicola); i due versi che iniziano con non (prima e ultima strofa) sono più lunghi degli altri, a sottolineare la fatica e la pesantezza del negativo; i primi due versi della seconda strofa (Ah l'uomo che se ne va sicuro,/ agli altri ed a se stesso amico) sono più brevi e veloci, come più leggera e sicura è la vita dell'uomo che non ha dubbi e incertezze.

     

    Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
    l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
    lo dichiari e risplenda come un croco
    perduto in mezzo a un polveroso prato.

    Ah l’uomo che se ne va sicuro,
    agli altri ed a se stesso amico,
    e l’ombra sua non cura che la canicola
    stampa sopra uno scalcinato muro!

    Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
    sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
    Codesto solo oggi possiamo dirti,

    ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. 

    Materiali collegati
    Autori: 
    Opere: 

    Tag:

    Chiavi di VIVIT: