Machiavelli, l’uomo dei contrasti

    Letteratura e teatro

    Tutte le opere di Machiavelli hanno come caratteristica la presenza di aspetti contrastanti nella forma, nel contenuto, nel linguaggio: accanto al pubblico il privato, accanto alla razionalità espositiva lo spazio per il mito e l’utopia, accanto allo stile alto e curiale il registro basso e popolaresco. Nelle opere politiche troviamo rimandi al mito e citazioni poetiche, nelle commedie compaiono riferimenti e critiche alla situazione politica e ai costumi corrotti della chiesa, i personaggi storici assumono le caratteristiche di eroi tragici o di figure da commedia, i protagonisti delle commedie incarnano vizi e virtù degli uomini del suo tempo.

     

    Scrive Luigi Blasucci[1]:

     

    [...] quella visione amara e chiaroveggente degli uomini, che nelle opere teoriche rimane come dato di fondo su cui si esercitano i lucidi sillogismi della ragione politica, nelle opere letterarie è materia di rappresentazione diretta, in cui è implicita la presenza di un giudizio etico affilatissimo. La produzione letteraria di Machiavelli, lontana dal puro svago umanistico, è anzi tutta nutrita di concreti interessi umani e di costume, sollecitata da un’adesione appassionata a quella realtà cittadina a cui s’era già volta l’attenzione del politico e quella del pensatore politico. D’altra parte, se è vero che il Machiavelli portava nella commedia il peso della sua prepotente personalità etico-umana, è altrettanto vero che certe essenziali qualità mimiche o dialogiche egli le ritrovava nella sua stessa conformazione di scrittore. E ben lo sanno non solo i lettori dell’epistolario ma anche i lettori del Principe e dei Discorsi, dove la logica serrata dei ragionamenti tende a incarnarsi in figure e immagini che distano appena un passo da vere e proprie “persone”.



    [1] Tratto, con adattamenti da: Luigi Blasucci, Le opere letterarie di Machiavelli, in Emilio Cecchi e Natalino Sapegno, Luigi Blasucci 1924, ha insegnato Letteratura italiana alla Scuola Normale Superiore di Pisa , dove è professore emerito dal 1999.

     

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