Dall’Epistolario: Familiari VI, 4 (estratto)

    Per fuggire alle miserie della vita e alla meschinità dei suoi contemporanei, Petrarca si rifugia nel mondo ideale rappresentato dai classici, dove trova forza e conforto.

     

    Nulla, in verità, ha tanta presa sul mio animo quanto gli esempi degli uomini famosi. Mi piace, infatti, meditandoli, sentirmi più grande, ed esperimentare se il mio animo abbia in sè qualcosa di forte, di nobile, tale da renderlo indomito e invitto contro i colpi della fortuna, o se in malafede si sia illuso di essere tale... Così, come io sono riconoscente a tutti coloro che leggo se mi danno modo, con gli esempi che spesso mi propongono, di sperimentare in tal modo il mio animo, così spero che mi saranno riconoscenti coloro che mi leggeranno... io scrivo anche per me e mentre scrivo avidamente vivo coi nostri antenati nel solo modo che posso; e costoro ai quali un’iniqua stella ha voluto ch’io fossi contemporaneo, dimentico, con grandissima gioia; e in questo adopera tutte le forze del mio animo: nel fuggire questi, nell’imitare quelli.

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