"Cavalli di luna e di vulcani"

    Isole che ho abitato
    verdi su mari immobili.

    D'alghe arse, di fossili marini
    le spiagge ove corrono in amore
    cavalli di luna e di vulcani.

    Nel tempo delle frane,
    le foglie, le gru assalgono l'aria:

    in lume d'alluvione splendono
    cieli densi aperti agli stellati;

    le colombe volano
    dalle spalle nude dei fanciulli.

    Qui finita è la terra:
    con fatica e con sangue
    mi faccio una prigione.

    Per te dovrò gettarmi
    ai piedi dei potenti,
    addolcire il mio cuore di predone.

    Ma cacciato dagli uomini,
    nel fulmine di luce ancora giaccio
    fanciullo a mani aperte,
    a rive d'alberi e fiumi:

    ivi la latomìa l'arancio greco
    feconda per gl'imenei dei numi.

     

    [Salvatore Quasimodo, Cavalli di luna e di vulcani, in Nuove poesie]

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