Beatrice (Purgatorio, Canto XXX e XXXI, Paradiso, Canto XXXI)

Letteratura e teatro
William Blake (1757-1827), Beatrice e Dante nella costellazione dei Gemelli

Dante è giunto in cima alla montagna del Purgatorio dove trova il Paradiso Terrestre. Qui incontra Beatrice, a dieci anni dalla sua morte. La donna gli appare avvolta in una nuvola di fiori gettati dagli Angeli, simile al sole, che all’alba è avvolto di nebbia rosata perché si possa sostenerne la vista. Diventerà lei la guida del poeta fino all’Empireo, dove sarà San Bernardo a condurre Dante fino a Dio.

 

Beatrice ha il capo coperto da un velo candido e incoronato di fronde d’ulivo, indossa una veste rosso fiamma e un manto verde (vedi il video). Dante, profondamente turbato, come un bambino si volta verso Virgilio, ma il dolcissimo padre è scomparso: il suo compito di guida è terminato e Beatrice ne ha preso il posto. Nonostante la gioia di rivedere la donna che ama, il poeta piange per aver perduto Virgilio. Beatrice non è tenera nei suoi confronti: lo rimprovera di aver ceduto alle debolezze e alle passioni terrene e si mostra così altera e sprezzante che gli Angeli, commossi, hanno compassione di lui e intervengono in suo favore (vedi il video). Lei allora si rivolge agli angeli e inizia a elencare le colpe di Dante. Le creature celesti sanno tutto ciò che accade nel mondo, e non hanno bisogno di quelle spiegazioni: Beatrice infatti parla soltanto perché il poeta, ascoltandola, possa pentirsi delle sue colpe.

 

Con tono severo la donna ricorda che Dante, per l’influenza delle stelle al momento della nascita e per l’abbondanza dei doni divini, avrebbe potuto dare grande prova di sé e, fino a quando lei era stata in vita, grazie alla sua benefica influenza, il poeta non aveva tradito se stesso. Dopo la sua molte Dante si era dato ad altri amori e aveva abbandonato la diritta via, lasciandosi sedurre dai piaceri e dalle ambizioni terrene. Lei, invece, non aveva mai abbandonato il suo poeta, ed era discesa nel Limbo per implorare Virgilio di salvarlo quando si era perduto nella selva del peccato.

 

Dante sospira, piange, tiene gli occhi bassi per la vergogna, e poi conferma tutte le sue colpe. Beatrice lo invita ad alzare gli occhi verso di lei: il volto della donna è coperto da un velo, ma la sua bellezza è ugualmente così straordinaria che Dante, sopraffatto dal rimorso per aver tradito una tale creatura, cade a terra privo di sensi.

 

Alla fine, grazie all’intercessione delle virtù teologali (fede, speranza e carità) Beatrice perdona Dante, si toglie il velo e gli mostra tutta la bellezza del suo viso, una bellezza così grande che nessun poeta, per quanto dotto e ricco di fantasia, sarà mai capace di descrivere e che aumenterà sempre di più, salendo di cielo in cielo.

 

Col canto XXXI siamo ormai nell’Empireo e il viaggio di Dante volge al termine. Da tempo Beatrice non lo rimprovera e il poeta gode della sua compagnia e della sua bellezza. Ma, giunti nella candida rosa dei beati, quando Dante si volge verso di lei per chiederle consiglio, non la trova più. Al suo posto c’è un vecchio dalla barba bianca, pietoso e tenero come un padre. Si tratta di San Bernardo da Chiaravalle, mistico e devoto alla Madonna: sarà la nuova e ultima guida di Dante. Beatrice è seduta in alto, lontana, nel suo trono ai piedi alla Vergine.

 

Dante le rivolge parole piene di gratitudine: è stata lei a liberarlo dal peccato e spetta a lui ora conservare questa ritrovata libertà fino alla morte. Beatrice per un attimo rivolge gli occhi verso il poeta e sorride, poi torna a contemplare per sempre Dio, fonte eterna di ogni gioia.

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