6.1. Moda nel XIX secolo

Moda e design
Ange Tissier, "Il completamento del Louvre", 1865

Pochi periodi sono tanto ricchi di novità e fermenti come il XIX secolo, foriero di continui stimoli di analisi che chiariscono anche molti episodi del presente.

Impossibile fare una breve panoramica anche solo dei cambiamenti formali dell’abbigliamento, che di per sé non ci racconterebbero molto: la moda, ormai abbastanza matura nel suo senso di immagine, continua a modulare e diffondere le sue fogge in modo sempre più connesso alla struttura economica e sociale di appartenenza. Applicando alcuni fondamentali criteri ne possiamo tuttavia seguire la logica interna, convinti che nemmeno il più irrazionale ghiribizzo modaiolo ne è realmente estraneo.

“Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma”, notava lo scienziato-economista-filosofo Lavoisier alla vigilia della Rivoluzione che doveva seppellire l’ancienne regime. Ed ecco che la purezza neoclassica, nemica dell’ostentazione, si trasforma attraverso il Direttorio nel fasto Napoleonico e poi ancora nella Restaurazione, un termine che lascia poche speranze alle istanze progressiste. Ma verso la fine del secolo un mai lenito classicismo tornerà, cangiato, a liberare il corpo della donna “nuova” dalle gabbie di una bellezza innaturale. Così alle velate tuniche che vestivano le attitudes di Lady Hamilton, risposero un secolo più tardi quelle che avvolgevano le danze libere di Isadora Duncan, lasciando ai Fortuny e ai Poiret il compito di diffonderne infinite varianti nei guardaroba delle signore più emancipate degli inizi del XX secolo.

 

Che sia una nazione o l’altra a portare il vessillo della novità è una questione squisitamente politica. Anche assegnare la palma della propositività all’una o l’altra arte, oppure alla scienza, il cammino dell’innovazione nel XVIII secolo sarà inarrestabile. Dovendo accordare già agli anni maturi del Settecento il merito della grande rivalutazione delle arti applicate (che si celebri il ruolo dell’Illuminismo e dell’Encyclopédie o si invochino le notturne riunioni degli sperimentatori della Lunar Society di Birmingham), è indubbio che il confronto, compreso lo scontro, con l’innovazione tecnologica, sarà sempre più ravvicinato e inevitabile. E si potrà cominciare davvero a parlare di Design nelle sue varie ramificazioni, compreso quello della Moda.