Carmine Abate, "Terre di andata"

Leggi la recensione al libro Terre di Andata ed indica se le frasi sono vere o false. (dal sito: http://www.carmineabate.net/):

 

Copertina del libro "Terre di andata" di Carmine Abate, Edizioni Il Maestrale, 2011Terre di andata (Poesie & proesie, Il Maestrale, 2011)

 

"Come se non fossimo immigrati” – di Roberto Carnero – Il Sole 24 Ore n. 311 di domenica 13 novembre 2011 - pagina 30. Per gentile concessione de Il Sole 24 Ore

 

L’ultimo libro di Carmine Abate, Terre di andata, è una raccolta di poesie, ma forse, prima ancora, un diario di viaggio. Perché in testi ibridi [Ibridi: qui significa 'misti di prosa e poesia'], spesso al confine tra prosa e versi, l’autore ci riporta al vissuto di migrante, al proprio personale vissuto e a quello di un’intera generazione. Nato nel 1954 a Carfizzi, un paesino di origine albanese in provincia di Crotone, figlio di emigranti, Carmine Abate è vissuto tra il paese natio [Natio: dove è nato], la Germania e il Trentino (dove attualmente risiede).


In Germania ci arriva a sedici anni e da allora, fino a tutto il periodo universitario, lavora ogni estate in fabbrica o nei cantieri stradali con suo padre, che viveva ad Amburgo da quando lui era un bambino. Laureatosi in Lettere, diventa insegnante di Italiano ai figli dei nostri connazionali in diverse città tedesche.


L’autore ha vissuto in prima persona i problemi degli emigrati, dalle difficoltà d’integrazione e di apprendimento di una lingua straniera al razzismo. Poi, con il tempo, è stato in grado di cogliere anche gli aspetti positivi di quell’esperienza: l’arricchimento culturale, il vivere tra due mondi, il contatto tra le culture e il superamento dei pregiudizi. Anche se non è mai venuto meno il motivo della nostalgia. Motivo non a caso centrale in Terre di andata. Dove la tonalità nostalgica ed elegiaca si incarna nella figura di un padre che sogna per il figlio un futuro migliore. Prende le sembianze [Sembianze: apparenze, aspetto] dei fichi d’India e delle stelle della natìa Calabria. Diventa – “ora che al paese / tu sei un germanese / con il conto in banca / con il mondo in tasca” – il sogno di una vita diversa “come se noi non fossimo emigrati”. Una nostalgia che si sofferma sui sogni giovanili che il tempo avrebbe infranto [Infranto: rotto, spezzato, distrutto]. Ma c’è, a un certo punto, uno scatto d’orgoglio identitario e politico, che porta a rivendicare la propria storia: “Oh sì, hanno tentato. Di metterci la museruola [Museruola: lett. è piccola gabbia di cuoio o di metallo che si applica al muso dei cani per impedire che mordano. In senso figurato, mettere la m. a qualcuno significa impedirgli di esprimersi liberamente] come ai cani”. Ma non ci sono riusciti.


In una lingua intensa, un italiano vivo interrotto qua e là da termini tedeschi, Abate racconta sogni, speranze, utopie, una vita intensa al confine tra diversi mondi. E, ancora, sempre lei, la nostalgia del migrante: “Aspettavamo l’estate / come impazienti cicale / con le ali spezzate / e l’anima andata a male”. 

 

Rispondi alle seguenti domande:

Carmine Abate...

 

è nato in Campania.

si è laureato in Lettere.

adesso vive in Trentino.

è professore di Italiano.

ha scritto molti libri di poesia.

ha scritto un libro misto di poesia e prosa.

è emigrato in Germania da adulto.

scrive in un misto di più lingue.

ha vissuto gli aspetti positivi e negativi dell'emigrazione.

pensa che l'emigrazione possa anche migliorare la propria cultura.

ha superato il tema della nostalgia per il paese d'origine.