Passeggiando tra le vie del centro di Napoli, ciò che colpisce è proprio l’altezza delle costruzioni antiche che si affacciano sui vicoli stretti, affollati di venditori, di caffè e di pizzerie. Nessuna di queste c’era quando, quattrocento anni fa, Michelangelo Merisi Caravaggio si trovò a trascorrere un primo breve e tormentato periodo della sua esistenza nella popolosa città napoletana.
Caravaggio giunse a Napoli alla fine del 1606. Il pittore fuggiva da Roma, dove era stato condannato alla pena capitale per omicidio. L’angoscia di questa condanna e le tormentate vicende del pittore condizionano i grandi quadri realizzati a Napoli. Al tema della decapitazione Caravaggio dedica tre dipinti: Giuditta che decapita Oloferne, Salomè con la testa del Battista, Davide con la testa di Golia.
A Napoli, Caravaggio dipinge anche un quadro rivoluzionario: le Sette opere di misericordia che gli fu commissionato [chiesto di eseguire] da una società di beneficenza [che aiuta le persone bisognose], il Pio Monte della Misericordia (clicca qui per vedere il palazzo e conoscerne la storia).