Cronologia

La nascita a Trieste

1883

9 marzo 1883 – Umberto Saba nasce a Trieste, all'epoca sotto l'impero austro-ungarico. Il padre, Umberto Edoardo Paoli, agente di commercio appartenente a una nobile famiglia veneziana, non è presente alla sua nascita perché ha abbandonato la moglie, Felicita Rachele Coen, di famiglia ebrea. Le cause dell’abbandono non sono state chiarite: forse l’ha fatto di sua volontà, forse perché costretto dalla polizia austriaca che lo sospetta di irredentismo[1]. Saba conoscerà il padre solo da adulto e ne rifiuterà il cognome.




[1] Questo movimento politico si proponeva di unire all'Italia i territori non ancora “redenti” - liberati – durante il Risorgimento e ancora sotto il dominio dell'Impero Austroungarico: il Trentino, la Venezia Giulia, Fiume e la Dalmazia.

Un'infanzia difficile

1886

A tre anni Umberto viene affidato a una contadina slovena, Gioseffa Gabrovich Sabaz (detta Peppa). Peppa che ha perso il proprio figlio, alleva con grande amore il bambino; quando la madre, di carattere duro e severo, vuole riprenderlo con sé, il piccolo Umberto soffre molto per la separazione dalla cara balia. Racconterà il suo dolore nella raccolta di poesie Il piccolo Berto, scritte nel 1926. Questa infanzia difficile è alla base dei disturbi psichici che tormenteranno il poeta per tutta la vita.

A Pisa

1903

Dopo aver compiuto studi irregolari e con scarso rendimento, si trasferisce a Pisa per frequentare l'Università. Segue corsi di letteratura italiana, che poi abbandona per quelli di archeologia, latino e tedesco.

A Firenze

1905

Si trasferisce a Firenze e inizia a frequentare i circoli letterari della rivista La Voce che accoglie intellettuali decisi a impegnarsi in prima persona nel rinnovamento civile e culturale della società. Non riesce però a inserirsi a pieno nell'ambiente.

Sposa Lina

1908

A Trieste conosce e sposa con rito ebraico Carolina Wolfer, che resterà con lui tutta la vita. Saba la celebrerà nel Canzoniere col nome di Lina; da lei ha una figlia, Linuccia.

Le prime poesie

1911

Pubblica a proprie spese Poesie il suo primo libro firmandosi Umberto Saba. Sceglie questo nome in ricordo dell’amata balia e in omaggio alle sue origini ebraiche (saba è una parola ebraica che significa pane).

Il manifesto poetico

1912

Sulla rivista La Voce esce la sua raccolta Coi miei occhi. Il mio secondo libro di versi, che in seguito prenderà il titolo di Trieste e una donna. Scrive anche l'articolo Quel che resta da fare ai poeti, dove propone un modo di fare poesia semplice e sincero, vicino agli Inni Sacri di Manzoni e lontano dalla retorica di D'Annunzio. Per queste sue affermazioni La Voce non accetta di pubblicare l’articolo che uscirà solo nel 1959.

A Bologna

1913

Si trasferisce a Bologna, dove collabora al quotidiano Il Resto del Carlino.

A Milano

1914

Va a Milano, dove gestisce il caffè del Teatro Eden. Dall’esperienza milanese nascono le poesie contenute nella raccolta La serena disperazione.

La guerra

1915 - 1918

Favorevole all'intervento in guerra, Saba collabora al giornale Il Popolo d'Italia, diretto da Benito Mussolini. Durante il conflitto svolge prima il ruolo di dattilografo presso un ufficio militare, poi quello di collaudatore del legname per la costruzione di aerei: racconterà le sue vicende in Poesie scritte durante la guerra. In questo periodo legge Nietzsche; le crisi nervose di cui soffre da tempo diventano più forti e lo costringono al ricovero nell'ospedale militare di Milano. Al termine della guerra torna a Trieste.

Acquista la libreria Maylander

1919

Tornato a Trieste, in un primo momento dirige un cinematografo e scrive testi pubblicitari per la Leoni Films, poi acquista la libreria antiquaria Maylander. Nel frattempo lavora al Canzoniere.

Il "Canzoniere" e "Solaria"

1922

Pubblica il Canzoniere e si avvicina agli intellettuali appartenenti alla rivista Solaria, che si propone di mettere in contatto la cultura italiana con le grandi esperienze letterarie dell'Europa.

Luci e ombre

1929 - 1930

Ha nuove crisi depressive e decide di ricorrere all’aiuto dello psicanalista Edoardo Weiss, allievo di Freud, che attraverso la Rivista italiana di psicoanalisi aveva fatto conoscere in Italia gli studi del suo maestro. In questo periodo inizia ad avere successo e notorietà.

Costretto a nascondersi

1938

A causa delle leggi razziali è costretto a vendere la libreria e a trasferirsi a Parigi. Un anno dopo torna a Roma e si rifugia in casa dell'amico Ungaretti, poi decide di tornare a Trieste e di affrontare il suo destino.

Di nuovo in fuga

1943

Dopo l'8 settembre è costretto a fuggire di nuovo per mettere in salvo la famiglia. Si trasferisce a Firenze dove nascosto, protetto da pochi amici fidati, primo fra tutti il poeta Eugenio Montale che, sfidando il pericolo, lo va a trovare ogni giorno. Intanto a Lugano esce la sua raccolta di poesie Ultime cose con la prefazione di Gianfranco Contini che verrà aggiunta all'edizione del Canzoniere pubblicata da Einaudi nel 1945.

Diventa famoso

1946 - 1948

Al termine della guerra si trasferisce a Roma e poi a Milano, dove vivrà per dieci anni, facendo periodici ritorni a Trieste. Collabora con il giornale Corriere della Sera, pubblica con Mondadori Scorciatoie e raccontini e Storia e cronistoria del Canzoniere. Ormai è diventato famoso, tanto da ricevere il Premio Viareggio per la poesia del dopoguerra.

La sua malattia si aggrava

1950

I suoi disturbi nervosi si aggravano: spesso viene ricoverato in clinica ed è costretto a usare la morfina.

Riconoscimenti prestigiosi

1953

Riceve il Premio dell'Accademia dei Lincei e il Premio Taormina.

La laurea honoris causa

1953

L'Università di Roma gli conferisce una laurea honoris causa. Nello stesso anno scrive Ernesto.

Perde Lina

1955

La moglie Lina si ammala: Saba, sconvolto, si fa ricoverare in una clinica di Gorizia da cui uscirà solo per partecipare al funerale della moglie, morta il 25 novembre del 1956.

La morte

1957

25 agosto 1957 – Pochi mesi dopo la morte di Lina, anche il poeta muore nella clinica di Gorizia, colpito da infarto.