Il carcere, la tortura e il ritiro all’Albergaccio

1513

Il nuovo Governo manda a morte Pietro Paolo Boscoli e Agostino Capponi, accusati di aver organizzato una congiura contro il cardinale Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X. Machiavelli, sospettato ingiustamente di aver partecipato al complotto, viene arrestato e torturato con la “Colla”[1] (12 febbraio); rimesso in libertà (6 marzo) grazie all’amnistia per l’elezione al soglio pontificio di Leone X, si ritira all’Albergaccio, la sua tenuta presso San Casciano. Qui inizia scrivere i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e compone di getto Il Principe.



[1] Il condannato, con le braccia legate dietro la schiena e alcuni pesi attaccati ai piedi, veniva sollevato da terra con una carrucola fino ad una determinata altezza, e poi lasciato cadere.