Carlo Goldoni

Letteratura e teatro
A. Longhi, Ritratto di Carlo Goldoni, XVIII secolo. Fonte: Wikimedia Commons

Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793) è considerato l’innovatore del teatro italiano, colui che, partendo da una severa critica alla Commedia dell’Arte, è riuscito a creare un nuovo modo di andare in scena, di fare spettacolo. Goldoni rifiuta i tipi umani stereotipati proposti dalle maschere della Commedia dell’Arte, la ripetitività della recitazione degli attori, le battute convenzionali e prevedibili, le oscenità, gli intrecci inverosimili e incoerenti; al loro posto propone individui con una personalità complessa e mutevole, come quelli che si incontrano nella vita, che si muovono con buon gusto e naturalezza in un contesto sociale definito con attenzione e intelligenza nel modo di pensare e di agire. In questo consiste la sua Riforma.

 

Nei Mémoires, Goldoni scrive: Il Mondo e il Teatro sono i due libri sui quali ho meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito. La realtà di ogni giorno e la società del suo tempo (il Mondo), l’esperienza del palcoscenico con gli attori, il pubblico, gli impresari… (il Teatro) sono per lui un tutt’uno che disegna e regola la sua vita – inquieta, avventurosa, piena di cambiamenti – e le sue commedie dove rappresenta ciò che si vede tutto giorno nel mondo. Goldoni non è un letterato puro, che riflette e scrive chiuso nelle sue stanze: è un autentico uomo di teatro, che vive e lavora a contatto diretto con il pubblico – di cui conosce i bisogni e i desideri –, calcando le scene – di cui conosce i problemi e i meccanismi. Da questa esperienza totale e appassionata nasce e attinge linfa la sua Riforma.

 

Il teatro di Goldoni è rimasto vivo e vitale fino ai nostri giorni, apprezzato come ritratto della realtà veneziana, indagato nei risvolti psicologici dei personaggi, interpretato in chiave sociale alla luce delle idee di rinnovamento dell’Illuminismo e, di recente, osservato con particolare attenzione negli aspetti che riguardano i meccanismi scenici e il linguaggio, entrambi dotati di grande forza comunicativa e capaci di parlare non solo a una città (Venezia) e ai suoi dintorni, ma a un vasto pubblico, a un’intera nazione.

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